Vincere aiuta a vincere, ma stavolta può aiutare anche a pareggiare. Il 5-2 rifilato alla Macedonia del Nord in uno Stadio Olimpico colorato d’azzurro da oltre 56.000 tifosi permette infatti alla Nazionale di potersi presentare allo scontro diretto con l’Ucraina con due risultati su tre a disposizione. Lunedì a Leverkusen basterà non perdere per volare a EURO 2024 e poter difendere così il titolo conquistato a Wembley.
A Roma va in scena il ‘Chiesa show’, lo Jannik Sinner della Nazionale che alla sua prima partita della gestione Spalletti dà un saggio delle sue doti, sprintando sulla fascia e lasciando più volte di sasso i difensori macedoni. Dopo il gol del vantaggio di Darmian è lui a far dimenticare il rigore sbagliato da Jorginho con due reti gioiello che assomigliano a due passanti di dritto del tennista altoatesino. Game, set, match. E invece no, perché nella ripresa la Macedonia del Nord ha uno scatto d’orgoglio e la doppietta del neo entrato Atanasov spaventa gli Azzurri. Ci pensano allora Raspadori ed El Shaarawy a chiudere la pratica regalando all’Olimpico un’altra Notte Magica. Gol ed entusiasmo, il bagaglio ideale per andarsi a giocare la qualificazione lunedì in Germania. Con la speranza di tornarci anche la prossima estate.
LA PARTITA. Assenti nelle finestre di settembre e ottobre, Jorginho e Chiesa fanno il loro esordio nella gestione Spalletti: il primo in regia, supportato da Barella e Bonaventura, il secondo nel tridente insieme a Berardi e Raspadori. Difesa ridisegnata per la squalifica di Di Lorenzo e l’infortunio di Bastoni, con Darmian a destra e Gatti ad affiancare Acerbi. In campo sette Campioni d’Europa. Priva dello spauracchio Trajkovski, carnefice degli Azzurri nel play off Mondiale di Palermo, la Macedonia del Nord si presenta all’Olimpico con un 4-2-3-1 che diventa anche 5-4-1 in fase di non possesso, con Bardhi, Dimoski e il napoletano Elmas alle spalle di Alioski.
Nei primi 45 minuti si gioca ad una sola porta, con Donnarumma spettatore non pagante. L’Italia passa al 13’: filtrante di Jorginho per Raspadori, che supera in uscita Dimitrievski e appoggia in rete. Si alza però la bandierina del guardalinee, il VAR conferma il fuorigioco e si resta sullo 0-0. Ma solo per altri quattro minuti. Bonaventura lancia Chiesa, che calcia di prima trovando la respinta in angolo di Dimitrievski. Dalla bandierina Dimarco serve Raspadori, cross sul secondo palo dove sbuca Darmian, che di testa realizza il suo secondo gol in Nazionale otto anni dopo la prima rete contro l’Azerbaigian. Gli Azzurri si abbracciano, l’Olimpico esplode in un boato. Trovato il vantaggio l’Italia non si ferma.
Jorginho, Barella e Bonaventura sono padroni del centrocampo, mentre Chiesa e Berardi, molto larghi sugli esterni, vincono tutti i duelli individuali. Lo juventino, ispiratissimo, sfiora il raddoppio, poi Dimarco, reduce dall’eurogol nell’ultima di campionato, calcia alto al volo su invito di Darmian. Al 38’ rigore per l’Italia: mani di Serafimov sul colpo di testa di Gatti, il tedesco Zwayer indica il dischetto senza esitazioni. Jorginho, che proprio all’Olimpico due anni fa aveva sbagliato il rigore del possibile match point Mondiale con la Svizzera, si fa ipnotizzare dal balletto di Dimitrievski. Stavolta però la legge del calcio ‘gol sbagliato, gol subito’ non vale per l’Italia. Si scatena infatti Federico Chiesa, che nel giro di quattro minuti chiude la pratica Macedonia del Nord con due gol di pregevole fattura: prima con un destro secco dal limite dell’area su assist di tacco di Barella, poi con un tiro a giro alla Del Piero che, complice una leggera deviazione di Manev, si infila sotto il sette. Tre a zero e gli Azzurri rientrano negli spogliatoi tra gli applausi.
Ancora Chiesa in apertura di ripresa serve Raspadori, il suo diagonale viene bloccato a terra da Dimitrievski. Poi su azione d’angolo la Macedonia del Nord trova inaspettatamente il gol con il neo entrato Atanasov, che di testa anticipa Donnarumma e tiene vivo l’orgoglio macedone. Gli Azzurri capiscono che è meglio non correre rischi e Bonaventura sfiora il quarto gol esaltando i riflessi di Dimitrievski. Spalletti in vista del match con l’Ucraina fa quindi rifiatare Chiesa, Jorginho e Bonaventura. Entrano Zaniolo, Cristante e Frattesi. Ma al 73’ la Macedonia del Nord si rifà sotto: tiro dalla distanza di Atanasav e deviazione di Acerbi che mette fuori causa Donnarumma. L’ovazione dell’Olimpico saluta l’ingresso in campo di un beniamino di casa, Stephan El Shaarawy, che rileva Berardi. Un’altra ovazione se la merita poco dopo Giacomo Raspadori, che sfrutta il secondo assist di giornata di Barella e con un bel diagonale di sinistro scaccia la paura. Scamacca appena entrato sbaglia il pallonetto del 5-2. Fa meglio di lui El Shaarawy, che nel recupero realizza nel suo stadio il settimo centro in Nazionale. Finisce con la ‘ola’ dell’Olimpico e l’immancabile ‘po-po-po-popo-po-po’. Lunedì a Leverkusen sarà l’Ucraina l’ultimo ostacolo sulla strada verso EURO 2024. La qualificazione si deciderà in volata, ma grazie a questi tre punti è l’Italia a partire con una ruota di vantaggio.
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