A Napoli vengono praticati molti giochi che sono considerati ampiamente noti su tutto il suolo italiano, senza distinzione tra nord e sud. Sono in molti ad essersi interrogati sulle origini delle carte da gioco, spesso non arrivando ad una risposta univoca. Soffermandoci però su una precisa tipologia, vale a dire le carte a seme spagnolo, evidenziare l’alto numero di giochi ad esse connesse. Prima di tutto, è fondamentale ricordare l’alto numero di varianti di questi mazzi per quanto riguarda il caso italiano, molto spesso legati ad una regione. La versione napoletana è senza dubbio la più celebre e conosciuta, segue quella piacentina e via dicendo tutti i mazzi delle varie realtà regionali. Questi sono utili per la scopa, il sette e mezzo, la briscola, trentuno e via dicendo. Probabilmente il più noto è scopa, che ha regole condivise anche con altri passatempi come asso pigliatutto e rubamazzo. Rispetto agli due giochi menzionati, la differenza consiste nel raggiungere un punteggio minimo: di solito è 21, ma sono frequenti anche le partite a 11. L’unico aspetto fondamentale è la definizione di questa soglia prima dell’inizio della partita. Se scopa è un gioco che avviene tra i partecipanti, nel caso di Sette e mezzo la sfida è contro il mazziere. Come in precedenza, anche in questo caso occorre ottenere un punteggio più alto, senza però superare la soglia limita pari a 7 e mezzo.
Continuando nei giochi più popolari a Napoli, non può essere assente nella lista la briscola. Esistono diverse versioni a seconda del numero di giocatori: il numero minimo è 2 e il massimo è 5, anche se quest’ultima è la variante meno diffusa. È bene aver presente che nel caso di gioco in 4, vale a dire a coppie di 2, i componenti della stessa squadra non possono parlare tra loro, motivo per cui è stato elaborato un vero e proprio schema fisso riguardante i gesti che richiamano alle carte, i cosiddetti segnali. Ad esempio, alzare gli occhi al cielo significa segnalare che un giocatore ha in meno il re di briscola o un re. Toccarsi lo stomaco indica che in mano si ha un sei, senza ovviamente avere la specifica del seme.
L’ultimo gioco che si sceglie di citare per quanto riguarda le carte a seme spagnolo è il Trentuno. Le carte vengono distribuite tra i giocatori e il valore numerico corrisponde al valore nel gioco, le figure invece contano 10 punti mentre gli assi 11. Il nome Trentuno deriva dal numero di punti richiesti per vincere la partita: nel caso in cui si ottengano, è necessario dirlo subito a gran voce per far perdere la vita a tutti gli altri partecipanti.
Tra i giochi sopra menzionati, alcuni hanno trovato una nuova popolarità grazie al web. Sono però certamente più noti a livello globale i giochi con le carte a seme francese, vale a dire le canoniche cuore, quadri, picche e fiore. I passatempi con questi mazzi sono spesso disponibili anche nelle varie piattaforme di gioco virtuale come un sito di poker online o table games o game show, superando così i confini regionali o nazionali per diventare giochi noti al grande pubblico in senso mondiale. Certamente alcuni restano molto praticati anche a livello locale: ne è un esempio il ramino, senza dimenticare le interminabili partite a burraco o Machiavelli, quest’ultimo di esplicita derivazione dal ramino.
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