“Auguri”, è questa la parola che in genere ascoltiamo nella nostra quotidianità ogni volta che giunge l’8 marzo e spesso accompagnata da fiori come le mimose; peccato che ripeterla in modo scontato, simbolico non ha alcun valore o ruolo.
Viviamo in una società dove continuamente troviamo articoli di giornali, servizi televisivi su casi di femminicidio, stupro, violenza psicologica… una condizione che oramai esaspera l’opinione pubblica e l’essere umano in quanto tale.
Il caso di stupro della 24enne di Portici, violentata da tre giovani- di età non superiore ai 20 anni- ci riguarda da vicino. L’episodio della 36enne madre di tre figli, uccisa a Miano dal marito 41enne in casa durante una lite, dimostra di come i discorsi, la sensibilizzazione, gli eventi tragici che volutamente vengono messi a conoscenza con l’obiettivo di arrivare all’animo umano, non riescono a portare esiti positivi e cambiamenti nella cultura. Il caso della 23enne siciliana, maltrattata, uccisa e lasciata in un lago di sangue nella sua camera dal fidanzato di età 26. Violenze che non sono rivolte solo alle compagne, moglie, fidanzate, conoscenti, ma anche in famiglia.
Altro caso, sempre in sicilia, è la violenza sessuale del padre nei confronti della figlia, dopo aver scoperto che ella è omosessuale e avere l’appoggio della madre nel commettere questo gesto così inumano, poiché preferiscono averla morta che viva ma lesbica.
Queste citate sono solo le ultime cronache che in questi giorni interessano l’informazione; in pochi giorni un caso di violenza ne ha chiamati tanti altri, e tutti così crudi, bastardi.
Una cultura sempre più arida, priva di etica e scrupoli. Un implosione dell’essere umano, dove i sentimenti si manifestano o in odio ingiustificato o in indifferenza . Una cultura sempre più egoista, ignorante, orgogliosa del proprio modo di pensare e soddisfatta di ciò che accade. L’episodio della giovane di Portici ancora una volta ne fa da esempio: i tre ragazzi durante l’arresto avevano sul viso un sorriso che trasmetteva quasi soddisfazione per quanto commesso, con i genitori alle spalle che li esultavano insieme ad applausi. Come si spiega una reazione del genere ? Cosa dobbiamo toccare per capire l’essere umano e manifestazioni di questo genere? Cosa bisogna fare per sensibilizzare; cosa fare per bloccare un fenomeno che si espande a macchia d’olio. Sono queste le tante domande che ognuno di noi si domanda.
Questo giorno dunque non è una ricorrenza di festa, ma è un giorno di riflessione. Provare a dar spazio a quei sentimenti che ora sembrano essersi persi.
Italia
8 marzo e Festa della donna – Nulla da festeggiare ma tanto da riflettere
Italia
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube
RSS