Sabato 2 dicembre, quindici attivisti e attiviste di Napoli Animal Save si sono riuniti a Largo
Enrico Berlinguer per una duplice raccolta firme, entrambe legate a due iniziative dei
cittadini europei: la prima avviata dall’associazione End The Slaughter Age e la seconda,
invece, riguardante la campagna europea “Fur Free Europe”.
La raccolta firme è avvenuta tramite un Save Square. Trattasi di un’azione statica ove alcuni
attivisti mantenevano dei cartelloni contro l’utilizzo delle pellicce; un’attivista reggeva un Pc
che mostrava quello che accade negli allevamenti di animali da pellicce. Il tutto intorno ad un
altro attivista truccato, per l’occasione, come fosse una volpe insanguinata, con tagli, ferite
dando l’idea della sofferenza e della violenza che subiscono gli animali da pellicce, mentre
rimaneva disteso per terra.
NAPOLI ANIMAL SAVE
Con appositi moduli per le firme, altri attivisti e attiviste raccoglievano firme facendo
outreach cioè avendo un dialogo pacifico, non giudicante, ma costruttivo con i passanti al fine
di spiegare entrambe le iniziative e il perché della performance.
Più nel dettaglio, la prima iniziativa, “End The Slaughter Age”, consiste nel raccogliere 1
milione di firme tra 7 paesi della comunità europea per raggiungere due obiettivi
fondamentali:
1) destinare i sussidi agricoli alle alternative ecologiche come l’agricoltura vegetale e le
proteine vegetali, escludendo gli allevamenti;
2) Incentivare la produzione e la vendita di prodotti a base vegetale e realizzati con
l’agricoltura cellulare.
Questa iniziativa ha risvolti su più fronti. Circa 360 milioni di maiali, ovini e bovini, come
anche numerosi miliardi di polli, sono uccisi annualmente nell’UE, e sia le condizioni di
allevamento che quelle di trasporto implicano spesso estrema sofferenza. Oggi non abbiamo
più la necessità di uccidere esseri senzienti: possiamo vivere in armonia. L’allevamento è una
delle principali cause della crisi climatica. L’IPCC afferma che il nostro sistema alimentare
deve cambiare e identifica i prodotti vegetali e alternative come la carne coltivata come una
soluzione non solo per ridurre le emissioni, ma anche per ridurre lo sfruttamento del suolo,
dell’acqua e l’uso di sostanze inquinanti.
L’OMS associa i prodotti animali ad un incremento del rischio di malattie non trasmissibili.
Inoltre allevamenti, per la FAO, sono strettamente connessi al problema dell’antibiotico
resistenza. Ricordiamo che si può firmare anche online, accedendo al sito www.etsa.info con
un documento quale carta d’Identità, Passaporto o SpID.
L’altra raccolta firme, invece, riguarda la campagna “Fur Free Europe” con la quale si
punta a ottenere l’introduzione di un divieto in tutta l’UE riguardante:
1) la detenzione e l’abbattimento di animali allo scopo esclusivo o principale di produrre
pellicce;
2) l’immissione sul mercato dell’UE di pellicce di allevamento e di prodotti che le
contengono.
Anche questa iniziativa è sorretta da diversi motivi che non possono essere ignorati:
1) l’allevamento di animali da pelliccia è in contrasto con il concetto più basilare di
benessere degli animali. Gli allevamenti non sono in grado di rispondere alle esigenze
comportamentali degli animali da pelliccia e sono causa di sofferenze, sfruttamento e morte;
2) la Commissione Europea ha annunciato l’intenzione di eliminare gradualmente la
detenzione in gabbia di specie allevate a fini alimentari. Continuare a tenere in gabbia
animali la produzione di pellicce non è più giustificabile e accettabile.
3) la maggioranza dei cittadini dell’UE desidera l’abolizione di tali allevamenti e un numero
crescente di Stati membri sta prendendo provvedimenti per eliminare la produzione di
pellicce;
4) gli allevamenti di animali da pelliccia costituiscono un rischio per la salute umana e
degli animali. Come è emerso durante la pandemia di COVID-19, quando centinaia di
allevamenti di visoni sono stati colpiti da focolai di coronavirus, trasmettendo all’uomo nuove
varianti del virus SARS-CoV-2;
5) L’allevamento di animali da pelliccia ha un impatto ambientale significativo e rappresenta
una grave minaccia per la biodiversità autoctona.
L’aspetto sul quale Napoli Animal Save si è soffermato più di tutti è la visione specista e
antropocentrica che porta gli esseri umani a ritenere che sia giustificabile uccidere gli
animali per creare delle pellicce o produrre accessori con le loro pelli. Una visione di una
crudeltà incredibile se si pensa non solo ai diritti degli animali, ma anche al fatto che esistono
alternative che non comportano morte e sofferenze e che impattano meno sul Pianeta.
Possiamo cambiare questo sistema nel quotidiano attraverso due azioni semplici: a) non
acquistando più pellicce, inserti in pelle e più in generale non acquistando prodotti che
comportino l’uccisione di esseri viventi e b) firmando e facendo firmare l’iniziativa “Fur
Free Europe” anche online accedendo a https://europa.eu/citizensinitiative/initiatives/details/2022/000002_it
Cultura ed Eventi
Napoli – Doppia Raccolta Firme per le iniziative Europee “End The Slaughter Age” e la campagna “Fur Free Europe”
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