Mentre ci prepariamo alle calde giornate estive che ci attendono, ecco una buona notizia: nel 2023 la stragrande maggioranza dei siti di balneazione in Europa, cioè l’85,4%, ha soddisfatto i più rigorosi standard dell’UE e la qualità era considerata “eccellente”. Questo è quanto risulta dalla relazione annuale sulle acque di balneazione pubblicata dall’Agenzia europea dell’ambiente insieme alla Commissione.
La relazione si concentra sulla sicurezza per la balneazione, attraverso il monitoraggio dei batteri che possono causare gravi malattie nelle persone, piuttosto che sulla qualità generale delle acque. Mentre un’ampia maggioranza di siti ha soddisfatto i più elevati standard di qualità, quasi tutte le acque di balneazione identificate ufficialmente nell’UE (il 96%) soddisfano almeno le norme minime. Solo nell’1,5% dei casi, cioè 321 dei 22 081 siti di balneazione, la qualità è stata classificata come “scarsa”: questo significa che rappresenta una fonte di rischi per la salute dei bagnanti.
Tuttavia, sebbene la maggior parte delle acque di balneazione europee sia in condizioni eccellenti dal punto di vista batteriologico, l’inquinamento delle acque superficiali e sotterranee rimane significativo e può essere aggravato dai cambiamenti climatici. Sarà fondamentale migliorare la resilienza idrica per le persone e per l’ambiente nei prossimi anni.
La direttiva sulle acque di balneazione, che ha contribuito a migliorare la qualità delle acque dalla sua introduzione nel 2006, è uno dei diversi atti legislativi dell’UE che proteggono le risorse idriche. La legislazione dell’UE in materia punta a garantire che tutti gli europei abbiano accesso a risorse idriche di buona qualità e in quantità sufficiente e a garantirne il buono stato in Europa. La chiave di volta è la direttiva quadro sulle acque che, dal 2000, rappresenta il principale testo legislativo per la protezione delle acque nell’UE.
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