Eseguita questa mattina, dai poliziotti della Squadra mobile di Genova e dai militari della Guardia di finanza, una misura cautelare nei confronti di sei persone accusate di aver rilevato un locale commerciale sul Lungomare di Pegli, Genova, e di averlo intestato a un prestanome per nasconderne la riconducibilità al reale proprietario, detenuto e condannato per traffico di sostanze stupefacenti.
Le indagini degli investigatori di Genova insieme a Sisco (Sezione investigativa del Servizio centrale operativo) per la Polizia di Stato e Scico (Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata) per la Guardia di finanza hanno accertato che, nonostante la formale intestazione ad un prestanome, un barista di Torre Annunziata, Napoli, la gestione dell’attività commerciale è sempre stata diretta da un uomo attualmente in carcere. L’uomo ha anche provveduto alla completa ristrutturazione del locale Bar pasticceria “Libeccio” che era stato oggetto di un incendio di natura dolosa nel 2016, quando era ancora in possesso dei precedenti proprietari.
Il detenuto, oltre al prestanome, si era avvalso anche di altre persone di sua fiducia, tra cui il proprio figlio, rimasto recentemente ferito in un agguato a Napoli, e il figlio di un esponente di spicco della camorra, latitante dal 2002.
La fittizia intestazione ha consentito all’indagato di gestire il locale fin dal 2018 evitando così possibili sequestri dell’attività economica derivanti dai gravi reati di cui è responsabile in materia di stupefacenti. All’uomo, il provvedimento è stato notificato in carcere, mentre altri 3 indagati sono stati posti agli arresti domiciliari mentre per le altre due persone è stato disposto l’obbligo di dimora con presentazione quotidiana alla Polizia giudiziaria.
L’esercizio commerciale è stato sottoposto a sequestro preventivo e proseguirà l’attività sotto la gestione di un amministratore giudiziario.
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