L’Italia è tra i paesi Europei con la più alta pressione fiscale e dove le tasse hanno un peso maggiore sulle tasche dei cittadini. Tra le imposte italiane troviamo anche il canone Rai, che al fine pratico è riconducibile ad una tassa di proprietà come il bollo sull’auto: viene applicata a tutti coloro che sono in possesso di un apparecchio in grado di trasmettere via cavo le tv nazionali. La normativa sul pagamento del canone Rai in bolletta, come si legge anche nella spiegazione presente sul sito di Acea, è stabilita dalla legge di stabilità del 2016. Vediamo nel dettaglio come funziona questa imposta.
Modalità di pagamento del canone
Nella legge di stabilità del 2016 si affronta sia l’argomento di chi deve pagare la tassa (oltre ai requisiti per cui richiedere l’esenzione), sia quello relativo alla modalità di pagamento: proprio quest’ultima ha suscitato controversie nell’opinione pubblica, in quanto l’importo del canone Rai dovrà essere pagato in 10 rate da 9€ inserite nell’ammontare della bolletta dell’energia elettrica nei mesi che vanno da gennaio a ottobre.
Dalla legge, infatti, si presume che chi è raggiunto dalla fornitura elettrica sia anche in possesso di un apparecchio televisivo nell’abitazione di residenza. Se così non fosse, l’utente potrà dichiarare attraverso un’autocertificazione l’assenza di televisione nella propria casa, e quindi avvalersi in questo modo dell’esonero dal pagamento. Anche nella legge di bilancio del 2020 l’importo è rimasto invariato rispetto al triennio precedente, ed è stata mantenuta la modalità di pagamento che prevede l’addebito sulla bolletta dell’energia elettrica per tutti gli utenti che ne usufruiscono ad uso domestico.
Come proteggersi dalle truffe sul canone Rai
L’utente, relativamente al canone Rai (e non solo) può essere vittima di truffe se è male informato, o in generale comunque non attento alle richieste che fa e alle modalità con cui le effettua. Nello specifico, per quanto riguarda il canone, esiste una truffa riguardante il rimborso dello stesso, e il pericolo di essere raggirati arriva attraverso la posta elettronica. Può succedere di essere contattati attraverso una finta lettera da parte dell’Agenzia delle Entrate che informa il contribuente del fatto che, dopo un controllo delle somme versate per il canone Rai, gli sia stato riconosciuto un eccesso rispetto al dovuto e quindi il diritto parziale di rimborso. La comunicazione a questo punto continua indicando quali siano le modalità attraverso il quale richiedere il rimborso. Nelle informazioni da fornire ci sono anche i propri dati sensibili, tra cui gli estremi bancari o la propria carta di credito. Diffidate sempre di queste mail: nessuna azienda importante utilizza questo metodo di comunicazione, ma soprattutto è impossibile tale condizione, in quanto la domanda di esenzione ha un iter ben specifico e dettagliato, che deve essere chiesto per casi particolari dall’utente stesso all’agenzia delle entrate.
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