Nelle incantevoli stanze di Villa Campolieto, domenica 5 dicembre, si è tenuta la quattordicesima edizione del Premio ‘La Ginestra’, quest’anno assegnato a Sergio Givone, professore emerito di Estetica all’Università di Firenze.
Il Premio Internazionale Leopardiano, voluto dal Rotary Club Torre del Greco e Comuni vesuviani, è stato organizzato in collaborazione con la Fondazione Ente Ville Vesuviane, l’Università degli Studi di Napoli Federico II, con il contributo della Banca di Credito Popolare e le sponsorizzazioni tecniche della ditta Ascione – Torre del Greco 1855 e RDR Spa.
Sergio Givone, classe 1944, è un filosofo e accademico italiano, laureato a Torino, insegnando a Perugia, Torino e Firenze. Città dove attualmente è ordinario di Estetica alla Facoltà di Lettere e Filosofia. I suoi studi costituiscono un momento essenziale della riflessione intorno al nichilismo e al carattere tragico del pensiero moderno. I saggi di Givone sono le tappe di un processo conoscitivo unitario, che va da Dostoevskij e la filosofia del 1986 a Disincanto del mondo e pensiero tragico del 1988 fino a Luce d’addio. Dialoghi dell’amore ferito del 2016. Tra questi estremi cronologici, intrecciati con la scrittura di tre romanzi, si collocano La storia del nulla del 1995, Il bibliotecario di Leibniz. Filosofia e romanzo del 2005 e la Metafisica della peste del 2012.
Questa la motivazione dell’assegnazione del Premio La Ginestra 2021 al professor Givone:
«Nei testi di filosofi e di romanzieri, Givone mette in gioco i temi essenziali della sua indagine. Analizza il significato di un concetto capitale come il nulla o riflette intorno all’esperienza della peste, elevata a figura della condizione umana.
Lungo questa strada, che è nello stesso tempo ermeneutica ed estetica, l’incontro con le opere di Leopardi è fatale. Il pensiero tragico trova nelle sue riflessioni e nei suoi versi un punto di vista imprescindibile, che congiunge fatalità della morte e desiderio della vita. Per Givone Leopardi trasforma il dolore in consapevolezza. Attribuita “la colpa” “a quella che veramente è rea”, l’uomo può stringere un patto con i suoi simili. La compassione e l’amore consentono di trovare un senso nel non senso dell’esistenza. La natura è tenebra, ma il cuore di tenebra della natura sprigiona luce – scrive Givone. Quella luce che gli uomini non hanno saputo accogliere, come intona l’esergo giovanneo apposto da Leopardi a La ginestra: “E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce”.
Lungo questa strada, che è nello stesso tempo ermeneutica ed estetica, l’incontro con le opere di Leopardi è fatale. Il pensiero tragico trova nelle sue riflessioni e nei suoi versi un punto di vista imprescindibile, che congiunge fatalità della morte e desiderio della vita. Per Givone Leopardi trasforma il dolore in consapevolezza. Attribuita “la colpa” “a quella che veramente è rea”, l’uomo può stringere un patto con i suoi simili. La compassione e l’amore consentono di trovare un senso nel non senso dell’esistenza. La natura è tenebra, ma il cuore di tenebra della natura sprigiona luce – scrive Givone. Quella luce che gli uomini non hanno saputo accogliere, come intona l’esergo giovanneo apposto da Leopardi a La ginestra: “E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce”.
Nei testi di Leopardi Givone ritrova la ricchezza del pensiero tragico, che intreccia la coscienza del nulla e il destino della caducità con la potenza della poesia. La poesia “porta il nulla dentro di sé” ed è, nello stesso tempo, la consolazione da cui “l’anima riceve la vita”.
Il premio “La Ginestra” assegnato a Sergio Givone vuole testimoniare il vigore speculativo delle sue ricerche e la fecondità della prospettiva, “celestiale e infera”, con cui egli interpreta l’avventura umana e poetica di Giacomo Leopardi.
Nel corso degli anni, il Premio La Ginestra è stato assegnato a studiosi come Aldo Masullo, Gilberto Lonardi, Luigi Blasucci, Antonio Prete, Lucio Felici, al filosofo Massimo Cacciari e al regista Mario Martone. Nel corso dell’ultima edizione – tenutasi nel 2019 – il Premio internazionale leopardiano è stato assegnato al cantautore Roberto Vecchioni, che proprio in quell’anno celebrò il duecentesimo anniversario de “L’Infinito” del Leopardi pubblicando un disco dal titolo omonimo».
Nel corso degli anni, il Premio La Ginestra è stato assegnato a studiosi come Aldo Masullo, Gilberto Lonardi, Luigi Blasucci, Antonio Prete, Lucio Felici, al filosofo Massimo Cacciari e al regista Mario Martone. Nel corso dell’ultima edizione – tenutasi nel 2019 – il Premio internazionale leopardiano è stato assegnato al cantautore Roberto Vecchioni, che proprio in quell’anno celebrò il duecentesimo anniversario de “L’Infinito” del Leopardi pubblicando un disco dal titolo omonimo».
Durante la manifestazione, momenti di lettura a cura dell’attore e regista Massimiliano Foà e da live-set musicali a cura dell’ensemble MisSara & Fedele composta dalla cantante Sara Musella e dai chitarristi Fabrizio Fedele e Lello Natale.
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