All’orizzonte una riforma: controlli diretti a campione dell’Inps, fino al “Polo Unico”
“Non ha senso che ci siano regole differenti tra pubblico e privato”. Lo ha detto Tito Boeri, presidente dell’Inps, in merito alle condizioni tra i dipendenti del settore pubblico e privato, per quanto concerne le visite fiscali.
All’orizzonte una riforma, auspicata appunto dal presidente, che prevede sette ore al giorno per tutti a disposizione del medico fiscale, compresi festivi e domeniche, anche nel caso in cui la visita sia stata già effettuata.
Al momento, però, le diversità persistono: i lavoratori privati, difatti, sono a disposizione del medico dell’Inps per 4 ore al giorno, mentre i lavoratori pubblici devono essere reperibili per sette ore. L’obbligo di reperibilità inizia il primo giorno della malattia e prosegue per tutto il periodo indicato sul certificato medico, inclusi sabato, domenica e festività. E quindi anche a Natale, Capodanno, Befana e Pasqua. Ci si può sottrarre alle fasce orarie in caso di patologie che richiedono terapie salvavita e stati patologici connessi a situazioni di invalidità riconosciuta, in misura pari o superiore al 67%.
Inoltre, col nuovo decreto, l’Inps potrà eseguire direttamente i controlli sulle malattie dei dipendenti pubblici: non saranno più, dunque, le Asl ad effettuare le visite. Resta, però, il nodo delle risorse che dovranno essere stanziate per consentire all’Inps di prendere in carico le nuove funzioni.
Nel pacchetto “Madia”, atteso fra pochi giorni, si prevede un “Polo Unico”, in capo all’Inps, per gestire le visite fiscali sia nel settore pubblico che in quello privato. L’obiettivo è quello di rafforzare l’efficacia degli accertamenti grazie alla banca dati gestita dall’Inps, che permette di fare verifiche mirate massimizzando il tasso di rendimento delle visite.
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