Una semplice chiacchierata con uno degli idoli indiscussi di Torre Del Greco, passando da Amarildo a capitan Strino fino alla cocente delusione di Perugia. Ecco i ricordi Marco Fida:
Arrivi a Torre Del Greco grazie all’intuizione di quel gran conoscitore prima di uomini e poi di calciatori, del mai troppo compianto Mario Vecchietti, quale fu l’impatto con la città? L’impatto con la città fu molto positivo, per me Mario Vecchietti rimane il migliore, come programmazione era uno che non lasciava nulla al caso, un esempio da seguire. Sono convinto che negli anni con lui la Turris sarebbe diventata sempre di più una squadra vincente. Ho un ottimo ricordo anche di Giovanni Smimmero e degli Acampora, persone serie e intenditori di calcio.
Nei sei anni vissuti all’ombra del Vesuvio si sono alternati sulla panchina corallina vari allenatori, tra i quali anche un campione del mondo come Amarildo. Quali sono i tuoi ricordi? Amarildo per me è come un padre, con lui ho avuto un rendimento eccezionale, forse il migliore della mia carriera. Una persona straordinaria con un carattere focoso, non le mandava a dire a nessuno. Ancora oggi penso a tutti complimenti che mi faceva e dal punto di vista personale per me è motivo d’orgoglio essere elogiato da un campione del mondo.
Restando in tema di allenatori, il tuo ultimo a Torre è stato Antonio Merolla che in quel periodo era un esordiente ma proponeva un calcio che per quei tempi era all’avanguardia. Merolla ha fatto bene a Torre Del Greco, faceva giocare bene la squadra e anche dal punto di vista personale ho avuto benefici dalla sua gestione. C’è stata qualche incomprensione ma posso affermare che insieme ad Amarildo sono tra i migliori allenatori.
Il campionato 93/94 si concluse con la delusione di Perugia, cosa cambiò dall’ottimo girone di andata all’altalenante girone di ritorno? Peccammo di presunzione, sai quando non perdi per un girone può si aumentare la consapevolezza nei propri mezzi ma allo stesso tempo può essere un’arma a doppio taglio. Nel girone di ritorno abbiamo dato sicuramente meno rispetto al nostro valore tecnico, c’erano giocatori come Sullo, Stimpfl, Cetronio, Cangiano e Balzano che hanno fatto grandi carriere, le sconfitte come quella di Trapani o con il Licata già retrocesso furono dettate da cali di concentrazione. La partita di Perugia, anche se fummo ripescati sul campo, è il rimpianto più grande anche perché nella finale non ero fisicamente al meglio.
Raccontaci Strino in campo e fuori. Vincenzo è la Turris, io l’ho avuto sia come capitano che come preparatore dei portieri quando ero a Nola. In campo e fuori era una persona eccezionale, è la bandiera per eccellenza. Quando si parla di Turris sono due i calciatori che subito mi vengono in mente, Vincenzo e Pippo Cetronio, anche quest’ultimo un grande. Un ricordo anche ad Andrea Stimplf, scomparso, anche lui un grandissimo giocatore.
Cosa è mancato in questi anni alla Turris per ritornare nel calcio che conta? Sono lontano da Torre Del Greco e non ho visto tante partite negli ultimi anni. Come ti dicevo alla base di vittorie come di sconfitte c’è la programmazione, che in questi ultimi anni forse è quella che è mancata per vincere. Non conosco di persona la società attuale, giudico in base ai risultati, in due anni hanno vinto un campionato di Eccellenza e ottenuto una salvezza e rispettato quindi i programmi prefissati. La piazza di Torre Del Greco è una piazza importante e il pubblico è eccezionale e merita il meglio.
Ti aspettiamo a Torre Del Greco il prossimo anno. Verrò sicuramente a vedere qualche partita, la Turris è nel mio cuore.
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube
RSS