Lo scrivente Mario Buono, in qualità di Consigliere Comunale del Comune di Torre del Greco e quale cittadino di Torre del Greco, faccio seguito all’avviso pubblico in oggetto, e, senza alcuno spirito polemico, ma nell’ottica di fornire un contributo fattivo e concreto all’iniziativa promossa, evidenzio quanto segue.
Nell’avviso, ciò che emerge, prima facie, è l’assenza di una soglia di reddito oltre la quale sarebbe escluso il beneficio; tra i requisiti, è richiesto:
“- lo stato di inoccupazione ( e dunque anche momentanea sospensione dell’attività) o di disoccupazione;
– Non essere percettore del reddito di cittadinanza;
– Non essere titolare di una pensione (sociale e/o contributiva);
– Non essere componente di un nucleo familiare in cui almeno uno dei membri possa essere, a qualsiasi titolo, titolare o avente diritto di una delle indennità, sussidi o altra forma di beneficio previsto dalle normativa in materia di emergenza covid-19 previste dal d. l. 2 marzo 2020 n. 9 (G.U. n. 53 del 2.3.2020) e d.l. 17 marzo 2020 n.18 (G. U. n. 70 del 17.03.2020).
Sono esclusi dal beneficio i nuclei familiari in cui, almeno un componente, abbia:
•una provvista depositata su conti correnti e/o bancari pari o superiore a €. 3.000,00;
•valori mobiliari (Buoni fruttiferi, azioni, ecc. ecc.) immediatamente smobilizzabili.”
Tale modalità di individuazione dei beneficiari, oltre ad essere molto generica, non consente di individuare con attendibilità, coloro che realmente versano in condizioni di indigenza, e soprattutto crea una notevole disparità di trattamento.
Dal beneficio vengono così esclusi in generale, tutti i percettori di reddito di cittadinanza o di altre forme di sussidio, con ciò intendendosi anche i nuclei familiari che percepiscono come reddito di cittadinanza somme minime (100,00 – 200,00 euro mensili); al contempo, il beneficio potrà essere concesso invece a chi, prima dell’emergenza, guadagnava somme mensili anche notevoli (3.000,00 / 4.000,00), ma che era solito non depositare i risparmi sui conti correnti.
Inoltre, il deposito sul conto corrente di euro 3.000,00, non è sicuramente indice di indicazione dello stato di agiatezza di una famiglia, ben potendo ad esempio la stessa, averne necessità per far fronte a cure non procrastinabili e non coperte da SSN, o per altre straordinarie esigenze non rinviabili. Ciò anche perché non vi è certezza circa la proroga delle misure di restrizione, circostanza questa, che se dovesse avverarsi, escluderebbe da un lato tali famiglie dal beneficio, dall’altro, consentirebbe che le stesse esaurissero definitivamente il piccolo risparmio in giacenza, con perdita definitiva di tutti i mezzi di sussistenza.
Tanto premesso, con la presente, lo scrivente invita la Giunta ed il Sindaco, a rivedere i requisiti della domanda, ed all’uopo modificandoli, inserendo quale requisito di ammissione generale, una soglia di reddito massimo, includendo in tal caso anche coloro che percepiscono un reddito di cittadinanza molto basso, tale da impedire al percettore di far fronte ai necessari mezzi di sussistenza, ed eliminando, ovvero aumentando la soglia del risparmio in giacenza su conti correnti o libretti di deposito.
I consiglieri Buono e Mele
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube
RSS