“Non racconto Napoli, ma storie ambientate a Napoli”. Con un post su FB Maurizio De Giovanni spegne le polemiche di un falso dualismo tra Gomorra ed I Bastardi di Pizzofalcone, fiction di successo, ispirata ai romanzi dello scrittore napoletano, andata in onda questa settimana.
“Raccontare una città cercare l’assurda impresa di penetrarne l’intima essenza, catturarne il DNA, stabilirne l’ineluttabile destino – precisa l’autore-è materia di sociologi, psicologi di massa, storici, politici, religiosi, musicologi. Saggisti, insomma. Io faccio narrativa. NAR-RA-TI-VA”.
“Non è colpa mia – conclude De Giovanni- se abitiamo in una città capace di tanta immensa bellezza”.
Questo il post integrale dello scrittore napoletano
Dunque, vediamo di facilitare il lavoro agli amici giornalisti televisivi, radiofonici, della carta stampata, dei rotocalchi, dei settimanali e dei mensili, ai blogger, agli amministratori di siti d’informazione radiotelevisiva che non hanno letto i miei romanzi (cosa peraltro normale e lecita, sapeste quante volte sono stato presentato da gente che non aveva mai visto una sola pagina mia), ma che insistono a farmi sempre e solo una domanda (ventidue volte da martedì a oggi, contate).
Se, amici miei, volete chiedermi questa cosa e trovate il telefono occupato da uno che ha fatto prima o la casella di posta piena, vi rispondo qui così potete fare un bel copia-e-incolla e ci togliamo tutti il pensiero, e il sottoscritto può tornare a lavorare:
“Scusi, de Giovanni, ma la sua Napoli è antiqualcosa? Lei propone una Napoli diversa da quella di Tizio, Caio e Sempronio: lo fa intenzionalmente? Che Napoli è quella dei Bastardi di Pizzofalcone?”
La risposta è la seguente:
Io non racconto nessuna Napoli. Raccontare una città, cercare l’assurda impresa di penetrarne l’intima essenza, catturarne il DNA, stabilirne l’ineluttabile destino è materia di sociologi, psicologi di massa, storici, politici, religiosi, musicologi. Saggisti, insomma. Io faccio narrativa. NAR-RA-TI-VA. Racconto storie ambientate a Napoli. Storie di personaggi inventati, attraverso i quali non voglio lanciare alcun messaggio etico, non voglio indicare alcuna strada, non voglio parteggiare per nessuno in nessuna polemica. Racconto storie, sperando di fornire a qualche lettore (o a qualche telespettatore, adesso) qualche ora di immedesimazione in qualche altra vita. La narrativa è solo questo.
Se poi qualcuno sente nascere dentro di sé qualche riflessione o qualche sentimento, tanto meglio o tanto peggio per lui.
E una volta per tutte: non è colpa mia se i personaggi, per caso, per scelta o per fortuna, attraversano qualche bel panorama o passano davanti alla facciata di qualche meraviglioso palazzo.
Non è colpa mia o loro, se abitiamo in una città capace di tanta immensa bellezza.
Grazie a tutti, e scusatemi. Io su questo argomento non intendo più tornare.
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