Ricostruiamo gli ultimi due giorni del PD torrese, che si sono conclusi con la clamorosa esclusione dalle consultazioni comunali di uno dei maggiori partiti di Torre del Greco, che nella passata amministrazione avena portato il candidato sindaco al ballottaggio e ben 4 consiglieri a Palazzo Baronale.
Ore 12:04 -Il primo dato di queste elezioni cittadine è già uscito: il PD torrese è da ricostruire. Il volto scuro del segretario Massimo Meo all’uscita di Palazzo Baronale la dice tutta, così come quelle poche parole che si è lasciato scappare: “Non c’erano le condizioni legali per presentare la lista”. Ma quella del Partito Democratico torrese è stata una lunga notte, con un susseguirsi di colpi di scena e con candidati sindaco e mandati esplorativi per cercare una quadra. Un percorso durato otto mesi, da quando con l’arresto dell’ex primo cittadino torrese Ciro Borriello il comune fu commissariato, che si è concluso nel peggiore dei modi .
La Giornata di ieri- “Niente passi indietro, Lorenzo Porzio o un nome condiviso da tutti, a costo di correre da soli”. Questo è in sintesi il diktat lanciato dal partito nell’ultima settimana, ma qualcosa non è andato per il verso giusto . Quello dell’imprenditore torrese, volto pulito e con esperienza politica alle spalle , non era stato accettato da un’ala del partito, quella facente capo a Casillo, che rivendicava il diritto di mettere un proprio nome. Il gioco si rompe su questo punto, con alcuni dei big pronti a non scendere in campo e altri ad abbandonare il partito. Intanto i colloqui con Formisano continuavano, la strada di un nome di superamento prendeva quota e si arrivava alle 19 di ieri sera quando, a sorpresa, sul tavolo veniva messo un nome nuovo , quello di Mennella. Veniva a questo punto deciso anche il simbolo, si abbozzavano le due liste, si correva addirittura in tipografia fino all’ennesimo colpo di scena: stop a Mennella . Una finta corsa, forse un bluff che riapriva i contatti con Formisano. Si arrivava a notte inoltrata: sul tavolo veniva rimesso il nome di Porzio che però stanco dei “tira e molla” da parte di molti dei componenti partito si tirava fuori ed è cosi che prendeva forma l’idea di consegnare il PD nelle mani di Giovanni Palomba. Quel carrozzone che nessuno del partito sembrava volere, si stava per concretizzare .
La mattinata della presentazione delle liste. Si abbozza la lista: si arriva a 16 nomi, con molti big che non se la sentono, chi per scelta , chi perché non si riconosce nella decisione del partito di appoggiare Palomba. C’è poi chi si chiede perchè a quel punto non appoggiare Formisano. Si punta tutto su Romano, Ramondo e Cirillo, fuori Gorga, Polese e lo stesso Porzio. Ma non basta , il segretario Meo arriva al Baronale quando l’orologio ormai segna le 12:03.
Programmazione e strategia – E’ chiaro che il PD ha sbagliato strategia, la triade Meo-Cuciniello- Raia, colpevole del disastro, non è riuscita a gestire una situazione delicatissima. Ci doveva essere una lista pronta a prescindere, visto anche la disponibilità di Porzio a scendere in campo.
Il futuro – Da quattro consiglieri a zero nella prossima amministrazione . I primi rumors parlano di dimissioni di Meo da segretario del partito.
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