
Giovedì 30 marzo scorso alcune classi dell’istituto Eugenio Pantaleo si sono recate in visita alla chiesa della Madonna del Principio. Grazie all’Associazione Wesuvio – un progetto nato col fine di valorizzare il patrimonio umano, storico, culturale e ambientale del territorio alle falde del vulcano più famoso del mondo – i ragazzi di una prima e di una quinta classe hanno potuto conoscere ed ammirare le bellezze della chiesa, per poi scendere alla grotta dove fu rinvenuta un’edicola dedicata alla Madonna e ricoperta dalla lava del 1794. Tre anni fa l’Associazione Wesuvio, col supporto di Giacomo Ciavolino, instaurava una partnership con la chiesa di S. Maria del Principio di Torre del Greco, grazie alla quale è stato possibile portare avanti con costanza più o meno lineare, un percorso guidato all’interno dell’attuale e dell’antica chiesa ricoperta dalla lava del 1794.
Nel corso dei tre anni, grazie alla preziosa disponibilità del parroco don Luigi Magliulo, la chiesa è stata oggetto di numerose visite e ha preso parte a molteplici iniziative turistico-culturali del territorio vesuviano.
“Il nostro impegno – afferma Vittorio D’Alesio dell’Associazione Wesuvio – continuerà lungo questa strada e come già accaduto in questi anni, saremo sempre aperti a qualsiasi collaborazione con altre realtà ed associazioni del territorio, affinché certi luoghi possano essere sempre più conosciuti all’interno e all’esterno dell’area vesuviana”.
“La visita voluta dall’Istituto Pantaleo – afferma il professor Luigi Di Luca – è dedicata alla scoperta del territorio torrese. Per questo motivo abbiamo deciso di programmare un’unità didattica che riguardava l’edicola della Madonna nei sotterranei della chiesa della Madonna del Principio. Dall’affresco intendiamo attuare una sorta di area di progetto che integri tutte le discipline: lo studio della morfologia rocciosa, delle eruzioni vulcaniche e curare nel contempo anche l’aspetto storico-letterario e ciò che riguarda la tutela e la salvaguardia di questi beni che insistono sul nostro territorio. Per questo progetto – conclude il professore – ci dedicheremo allo studio dell’affresco e delle eruzioni vulcaniche che si sono generate nel corso degli anni e che hanno lasciato pressoché intatto l’affresco: quindi allo studio del fenomeno fisico che non lo ha contaminato”.
“E’ stata un’esperienza profonda. Stare a contatto con il passato è stata un’emozione che non avevo mai provato prima” è la dichiarazione dell’alunno Alessandro Tramontano della prima classe “anche se già avevo fatto una precedente esperienza al tesoro di San Gennaro a Napoli. Ma quella di quest’oggi mi ha emozionato di più perché è sita nella nostra città”.
Ad accompagnare i ragazzi, oltre al professor Di Luca, in professori Maria Minichini e Giacomo Ciavolino.
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