La riqualificazione dell’ex Sementificio era uno dei progetti a cui tanto teneva l’amministrazione targata Ciro Borriello, per il quale erano state stanziate delle risorse finanziarie che dovevano essere spese per tale scopo entro e non oltre il 31 dicembre 2017. Il progetto prevedeva la trasformazione dei locali di via Lava Troia in un moderno istituto scolastico, ma il tutto è clamorosamente naufragato. Dopo aver sottolineato di aver messo al corrente il Commissario Prefettizio di questa vicenda per iscritto, pubblicando anche la risposta ricevuta che rassicurava sul buon esito del progetto, l’ex vice sindaco Romina Stilo ci ha tenuto a fare ulteriore chiarezza sul caso con un lungo post su Facebook, che di seguito pubblichiamo.
“Nel momento in cui mi sono insediata al comune, ho ereditato (come comune) questa struttura fatiscente e abbandonata. Ho pensato di far fare un progetto importante per Torre. Torre del Greco meritava un istituto alberghiero autonomo, quarta città più popolosa della Campania con una tradizione gastronomica importante. Sono andata a tozzare col business di altri istituti limitrofi. Sono andata avanti perché ho pensato ai tanti ragazzi che devono andare in altre città per inseguire gli studi scelti e ai tanti impossibilitati perché non hanno risorse sufficienti per poter seguire il proprio sogno. Sono riuscita ad ottenere le autorizzazioni dovute sia dalla città metropolitana (gli istituti superiori sono gestiti dalla città metropolitana e non dai comuni) e sia a far rientrare l’istituto nella delibera di approvazione regionale. Noi comune vi abbiamo messo i soldi. Dovevamo dare in comodato d’uso alla città metropolitana l’istituto ristrutturato (e questo era possibile grazie a un servizio eccellente reso alla città) ma alla fine la città metropolitana nega la manutenzione ordinaria, cosa che non poteva essere imputata al comune perché sarebbe stato danno erariale. Ho dovuto rivedere il tutto (una grande perdita per Torre e credo che ci siano state pressioni superiori per impedire ciò) individuando nella struttura un istituto comprensivo. Quest’ultimo fondamentale in questa zona, carente di scuole. Lo step successivo era eliminare l’ultimo fitto passivo (Scauda -Falcone) e accogliere con un servizio adeguato di pulmini anche questi bambini. E creare una nuova scuola 2.0 in una zona abbandonata e degradata era l’optimum per riqualificare anche la zona. Il 6 settembre, il commissario prefettizio mi chiede tre punti da attenzionare. Uno di questi era di seguire i dirigenti in questo lavoro perché Torre non si poteva permettere di perdere gli 8 mln stanziati. La gara si sarebbe dovuta fare entro dicembre 2017, altrimenti si sarebbero persi i soldi. E prima della gara erano importanti atti propedeutici a realizzarla. Ho messo tutto nero su bianco, mi hanno detto che non dovevo preoccuparmi perché stavano già a buon punto. La gara non si fa. Dicono che potranno recuperare i soldi. Circa 3 mln e mezzo derivano dalla ex legge 219, quella dei terremotati dell’81. Fondi mai recuperati e mai attenzionati e già persi per i tanti che lavorano al comune. Erano passati ben 36 anni. Mai utilizzati. Non ricordo più quante volte sono andata al ministero a Roma e tutto il lavoro certosino fatto per avere l’ok per riutilizzare questi soldi. A questi abbiamo dovuto aggiungere 4 mln e mezzo dall’avanzo di amministrazione. Il progetto ambizioso aveva un costo di 8 mln. I soldi dell’avanzo potevano essere utilizzati anche per fare altro ma, quando si amministra una città, devi fare delle scelte. E la scelta era dovuta al fabbisogno attuale: una scuola 2.0 per far rinascere quella zona, eliminare un fitto di circa 200 mila euro che il comune paga annualmente per la Scauda con i soldi dei contribuenti. Solo chi è legato alla propria terra e sa cosa significa il valore di un soldo può ancora soffrire per questa mancanza d’amore per la propria città e per i cittadini!
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