Di seguito quanto dichiarato da don Giosuè sui fatti dell’8 dicembre, nel corso della Santa Messa di stamattina:
“Come il Beato nel 1794 dopo la grande eruzione non lasciò da solo il popolo e la città, così noi non lasceremo la parrocchia né la città. Però ascoltate bene quello che don Nico ed io diciamo. Se non riusciremo ad avere delle risposte dalla Digos, dal Questore e dal Prefetto di Napoli e se non avremo anche risposte scritte dalla Curia arcivescovile di Napoli, sarete voi a dire a noi ‘cari sacerdoti non potete rimanere da soli in mezzo ai dubbi’. Non saremo noi ma voi a tutelare, perché non può ricadere il tutto sulle spalle di due uomini fragili che hanno studiato teologia per annunciare il Vangelo e il Regno di Dio e non sono i responsabili dell’ordine pubblico, miei cari fratelli e sorelle.
Adesso, mantenendo questo clima di silenzio, di raccoglimento e di preghiera, dobbiamo fare l’atto di riparazione all’Immacolata. L’atto di purificazione all’Immacolata, dinanzi a Lei. Perché sapete come si chiamano alcuni atti? Si chiamano Sacrilegio! Come nelle case di alcuni violenti si trovano Padre Pio e il mitra, la Bibbia e le pistole, il libro di preghiera e il sangue che gronda dalla povera gente. Questo è la stessa cosa che è stata fatto l’altro giorno, si chiama sacrilegio. E noi stamattina con gli occhi dei bambini, con le loro voci, facciamo un atto di consacrazione della città all’Immacolata. E con grande gioia stenderemo le mani su di voi per invocare su tutti la benedizione del Signore con l’intercessione dell’Immacolata e del nostro Parroco Santo”.
Pasquale D’Orsi
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