
Il cambio di denominazione di Viale dei Pini in via Francesco Coscia non è proprio andato giù ai residenti, furiosi dopo la cerimonia del 24 novembre con la quale l’amministrazione ha varato il cambio del nome. Non una semplice questione di toponomastica, ma una modifica che viene vista come una minaccia per l’identità di chi è cresciuto e vive nella zona. Anche una questione economica per alcuni, costretti a sopportare delle spese per adeguare i documenti alla nuova denominazione. Contestato soprattutto il modo con il quale è stata gestita la cosa dal Comune, senza interpellare i residenti che continuano nella protesta. E’ stata infatti protocollata al comune una richiesta per accedere alla delibera che ha disposto il passaggio da Viale dei Pini a Via Francesco Coscia. Ad annunciarlo via social Antonio Crispino, tra i promotori dell’iniziativa. Questo il suo post:
“Ci chiedono di sospendere ogni forma di protesta, ma non possiamo fermarci per due motivi:
Cambiare un nome ad una strada è minare l’identità storica di chi ci abita, a prescindere se si chiami via Roma o viale dei Pini.
Non possiamo fermarci perché siamo stati vittime di istituzioni arroganti, che pensano di poter fare e disporre, senza doversi confrontare con il popolo.
Non possiamo fermarci perché riteniamo di essere nel giusto, ogni tanto può capitare che i cittadini, riescano a capovolgere scelte piovute da meandri troppo oscuri. Basta essere vittime consapevoli, basta stare a guardare altri che violano diritti e libertà di pensiero.
Per tutti questi motivi stamane abbiamo protocollato, richiesta agli atti per capire e leggere la delibera che ha autorizzato questo cambio toponomastico. Abbiamo cercato la delibera presso l’albo pretorio, ma non siamo riusciti a trovarla, probabilmente siamo stati noi poco bravi nel cercarla, quindi chiediamo al segretario generale del comune di consegnarci tale delibera
A qualche detrattore che mi accusa di strumentalizzare la vicenda, voglio ricordare che sono nato e cresciuto in quelle zone, e che a differenza di altri ho risposto presente, a che chiedeva aiuto. Se poi strumentalizzare significa essere strumento in mano a cittadini, che non hanno santi in paradiso, per far ascoltare la propria voce, e allora si sto strumentalizzando”.
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