
Questo il tema del convegno organizzato dal Lions Club International Due Torri di Torre del Grreco, venerdì 14 dicembre nei locali del Circolo Nautico.
Sono intervenuti Salvatore Borrelli, Presidente Lions Clun Due Torri, Carla Abilitato, Docente e Scrittrice, Flora Beneduce, Cabina di Regia Regione Campania “Interventi a favore dell donne vittime di vioelenza e loro figli” e Primario Unità Operatyiva Complessa Ospedali Riuniti Penisola Sorrentina, Alfredo Ranieri, Avvocato e scrittore, Nicoletta Sansone, Criminologa e Michela Rostan, Vice Presidene Commissione Pari Opportunità della Camera dei Deputati.
Quest’ultima ha così commentato: “ Quali sono i motivi per cui un uomo è portato all’uccisione di una donna? Penso che il motivo sia molto semplice: tutte le volte che una donna reagisce, tutte le volte in cui una donna decide di animarsi e di recuperare tutte le proprie potenzialità, l’uomo perde in alcuni casi il proprio equilibrio fisico e psicologico, non riesce più a contenere i propri istinti e le proprie pulsioni egocentriche e mette in campo l’unica arma che ha a disposizione, che è quella della violenza fisica. Quando un uomo viene lasciato subisce una sconfitta che non può essere accettata. Un uomo che viene lasciato subisce una sconfitta che non può essere accettata. Quell’uomo non voleva costruire qualcosa con quella donna, ma voleva solamente possederla. Penso sia una vicenda molto complessa e delicata che chiama in causa tanti attori: gli avamposti di legalità del nostro Paese, la scuola, la famiglia e la dimensione culturale che purtroppo, anche a seguito di tagli da parte dei governi, non possono più espletare le proprie funzioni. Può la scuola educare al rispetto di genere, soprattutto alla costruzione di un rapporto paritario? Certamente sì. Questa dovrebbe essere la prima funzione sociale della scuola. Purtroppo la donna – e il suo corpo – continua ad essere mercificato e lo continua ad essere anche in alcuni messaggi televisivi e pubblicitari. Questo dovrebbe chiamare all’autocritica tutti i sistemi di potere, tutte le dimensioni culturali coinvolte, in modo particolare la politica.”
E così conclude: “In questi anni in Parlamento abbiamo fatto un grosso lavoro, l’attenzione è stata alta, c’è stata l’approvazione del reato di stalking, la ratifica della convenzione di Instabul, in buona sostanza si è fornito tutto il quadro giuridico-normativo a disposizione degli inquirenti per tutelare la donna. Ma questa cornice normativa non ha senso se poi a livello territoriale vengono chiusi i centri antiviolenza e le case rifugio vengono chiuse per mancanza di fondi. Nel nostro Paese ci sono ancora ottantacinque milioni di euro che sono stati stanziati ma non utilizzati. Credo che il lavoro più importante spetti alla politica ma anche alle associazioni, ai comitati promotori, spingendo i comuni alla creazione di quella che è la rete territoriale che coinvolge tutti gli stakeholders del caso. Solo così la donna può sentirsi veramente tutelata. Il miglior modo di ricordare tutti i femminicidi sia quello di citare le parole che pronunciò l’ex segretario generale dell’Onu Kofi Annan: ‘La violenza sulle donne è la più grave violazione dei diritti umani e che nessun Paese potrà dire di aver fatto passi in avanti sul terreno della pace, della giustizia, della libertà, fintantoché in uno stato democratico verranno consentiti simili atti di violenza’.”
Ha moderato l’incontro il giornalista Salvatore Perillo.
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