Sabato 26 novembre, nella sala convegni del Circolo Nautico si è tenuta la presentazione del libro del dottor Renato Pricolo, “Casa Colaneri”.
Le vicende di Casa Colaneri hanno inizio, verso la fine del 1800, in un piccolo borgo del Sud Italia. Antonio ed Elisabetta sono i capostipiti di una famiglia di sei figli. La Grande Guerra, la nascita e la caduta del fascismo, la Seconda Guerra Mondiale e il periodo post-bellico fanno da sfondo alla storia di tre generazioni della famiglia Colaneri. Vittorio, il primogenito, diventerà un valente medico, Giovanni un magistrato, Vincenzo emigrerà negli Stati Uniti, dove troverà fortuna. Ida si trasferirà a Roma per insegnare e Carmela, pianista concertista, girerà i teatri di tutta Europa. Dei sei fratelli solo Rosa non abbandonerà mai il nido domestico. Ciascuno attraverserà a proprio modo – e con alterne fortune – le vicende dell’Italia di quel periodo. “Casa Colaneri” è un romanzo corale che mette in scena le vite gloriose o minute, le passioni alte e basse, le alterne fortune di un colorato spaccato di umanità, che vive giorno dopo giorno con la forza, la rassegnazione e la lungimiranza tipiche delle persone del Sud.
Renato Pricolo, è specialista in chirurgia generale e chirurgia vascolare, possiede un master in chirurgia plastica morfodinamica. Esperto in proctologia. Autore di 150 pubblicazioni scientifiche.
Relatori al tavolo: Brigida Pappalardo, Loredana Raia e Felice Scotto.
“Lo scrittore ha una sorta di immaginazione – ci racconta Renato Pricolo – e una volta si pensava che l’immaginazione fosse un dono divino, che fosse una cosa soprannaturale che illuminasse lo scrittore, che gli desse la possibilità di avere tutto questo vasto campo di scelta di immagini che avevano le loro relazioni e che venivano quindi convogliate verso la scrittura, verso qualcosa di concreto, verso una storia. Lo scrittore è una persona che ha una sensibilità più acuta e riesce a captare, contro la sua volontà, delle emittenti terrestri che possono derivare dall’inconscio individuale o da quello collettivo, dalle epifanie che possono comparire legate a dei fatti e che lui riesce a captare attraverso quella sensibilità particolare. E poi c’è questo rapporto che lui instaura nella storia con i personaggi e con il lettore. Ho immaginato che il rapporto tra lo scrittore e il lettore sia una clessidra in cui questa grande quantità di immagini e di storie viene filtrata restituendo un incipit che diventa materia, diventa parola. Perché la parola deve diventare materia. La parola, che di per sé deve illustrare tecnicamente qualcosa di impalpabile di imprendibile, quindi diventa sabbia. La sabbia della clessidra. E lì si forma l’incipit del romanzo. E quando poi il lettore riesce a capire la parola allora si allarga anche lui, perché nella parola lui trova le sue immagini, le sue idee, le sue vocazioni. Le sue, non quelle dello scrittore.”
‘Casa Colaneri’i è risultato terzo classificato al ‘Premio Mario Pannunzio 2019’. Dello stesso autore, ‘Ludus Animae’ – libro di poesie del 2012 – e ‘La spiaggia di Nord-Est’ – romanzo del 2015.
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