E’ stato riconosciuto il danno d’immagine alla città di Torre. Il 6 luglio scorso Carmela Gionta e Annunziata Caso, donne di spicco del clan Gionta, sono state condannate a 8 e 6 anni e 8 mesi di reclusione, per associazione a delinquere, ma anche per, come si legge nel provvedimento, <<con la loro condotta aver nociuto all’ immagine della città ed allo sviluppo del turismo e delle attività produttive di essa, con conseguente lesione di interessi propri, giuridicamente tutelati, dell’ente che della collettività danneggiata ha la rappresentanza>>. La sentenza, così come formalmente richiesto dall’Amministrazione Comunale di Torre Annunziata che si è costituita parte civile nel processo, ha di fatto riconosciuto il danno d’immagine che le due hanno arrecato alla città. Finalmente c’è l’esplicazione di un principio che al di là dei fatti contingenti riconosce che questo tipo di delinquenza ha delle ricadute gravissime sulla città. Al di là dei danni immediatamente riconoscibili, a livello legale, economico, sociale e di vivibilità, questa sentenza afferma che i comportamenti malavitosi compromettono la percezione esterna e pubblica di un’intera città, minandone lo sviluppo, pregiudicando attività economiche e imprenditoriali. La città dei Gionta e dei Gallo tende a sovrapporsi e sostituirsi a quella della stragrande maggioranza che è fatta di torresi perbene, di lavoratori, commercianti e professionisti onesti, che fuori dai riflettori della stampa lavorano e vivono in questa città.
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube
RSS