
Stanotte a Napoli di Alberto Angela è stato un grande successo. Una trasmissione che ha incollato alla tv milioni di spettatori e praticamente tutta Napoli e provincia. L’ashtag #stanotteanapoli è stato quello più di tendenza nella sera di Natale. “Tutto vero” ha scritto con un post Maurizio De Giovanni, riferendosi a quanto mostrato magistralmente sul primo canale. Ed è così: è tutto vero. Napoli è bellissima, è ricca di arte, storia e cultura. Un patrimonio di ineguagliabile bellezza. Però dobbiamo anche dire che la Napoli raccontata da Angela è solo una faccia del Giano Bifronte che è la capitale del sud. 24 ore prima, a pochi chilometri da Piazza Plebiscito e dal Museo di Capodimonte, un padre di famiglia, solo per tentare di difendere l’incasso di Natale, a soli 41 anni, ha perso la vita. Quando guardiamo Alberto Angela non dobbiamo dimenticare che la nostra amata città è bellezza ma anche crudeltà, è “Stanotte a Napoli” ma anche “Gomorra”. Quella raccontata da Angela è la stessa città narrata da Saviano. Non è una contrapposizione, ma è coesistenza. È un errore contrapporre Angela a Saviano, come lo è anche quello di dire “Napoli è bella ma i napoletani…”. Napoli ed i napoletani sono un tuttuno, inscindibile. Napoli è stata fatta da napoletani, gli stessi che in 4 giornate si liberarono delle forze naziste, ma che un secolo prima favorirono l’ascesa dei Savoia a scapito dei Borboni. Napoli non è contrapposizione, Napoli è contraddizione: è il caffè offerto da Eduardo al professore contro il “bevi!” di don Pietro Savastano all’Immortale. È la dura realtà. Tutti cerchiamo nascondere il “The dark side of the moon” di questa città, rappresentato da Gomorra, ma la dura realtà è che esiste.
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