“La carriera a volte ti può portare altrove”. Con questa dichiarazione al termine della vittoria di Baku sull’Arsenal, Maurizio Sarri aveva aperto la porta alla Juventus. Un approdo mai accettato dai “Sarristi”, che hanno sempre visto nel loro “Comandante” il condottiero antisistema. Ora però, dopo le dichiarazioni rilasciate a Vanity Fair la delusione è più totale. Maurizio Sarri ha distrutto tutto quanto creato da un gruppo di tifosi del Napoli, che per amore del proprio maestro, nell’ultimo anno avevano addirittura seguito più le sorti dei blues che quelle degli azzurri di Ancelotti. Ciò che ha deluso gli adepti più fedeli è stato il passaggio in cui l’ex allenatore del Napoli considera il “Sarrismo” solo il modo di giocare a calcio e non uno stile di vita e di pensiero anti-sistema, che ha unito migliaia di persone sparse in ogni parte del mondo. Quell’uomo in tuta è ora disposto a mettere giacca e cravatta pur di entrare comodamente in quel palazzo, che voleva un tempo conquistare con 13 uomini. La pagina “Sarrismo Gioa e Rivoluzione” conta 95.508 iscritti, il gruppo “Soviet Sarrista” 18.500 membri. Ciò che appare certo è che la pagina chiuderà non appena arriverà l’ufficialità del passaggio in bianconero, mentre nel “Soviet” regna ancora il silenzio sulle eventuali sorti. Un brutto colpo per chi aveva affidato i suoi sogni ad un profeta di Filigne, considerato – per dirla alla De Crescenzo- “un uomo d’amore” ma che poi si è dimostrato “un uomo di libertà”. Nulla da rimproverare al professionista: arriva nella più grande società italiana, dopo aver trionfato in Europa; poco da dire invece sul resto: non una parola per chi gli ha dedicato tempo e denaro per ricordarlo in un libro ed in un documentario video di prossima uscita. Chapeau ai sarristi, ma non a Sarri.
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Sarri alla Juventus: la reazione dei Sarristi
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