Un deserto bianco sferzato dal vento. L’ultimo lembo di terra conquistato del pianeta: il continente antartico. E’, da sempre, il sogno di un italiano, protagonista di una storia cominciata cinquant’anni fa: il 27 giugno 1969, il comandante Giovanni Ajmone-Cat lascia il Mar Tirreno con un veliero di soli 16 metri, il San Giuseppe Due. Con sé ha una radio, un sestante, una bussola per un viaggio che dovrà condurre la prima imbarcazione italiana tra i ghiacci del Polo Sud. Un’impresa che Chiara Morellato racconta nel documentario “Dal Tirreno all’Antartide. Lo straordinario di Ajmone-Cat”, con la regia di Matteo Berdini, in onda in prima visione venerdì 28 giugno alle 21.10 su Rai Storia.
Il comandante Ajmone-Cat ce la farà, arrivando sull’isola di Deception il 30 dicembre 1971, dopo aver affrontato l’oceano Atlantico e le pericolose acque dello Stretto di Drake, il passaggio che separa la Terra del Fuoco dall’Antartide.
La storia di questa impresa si intreccia al racconto del continente e delle sue peculiarità, territorio fragile ma allo stesso tempo prezioso perché grande laboratorio per la ricerca scientifica internazionale.
Il documentario ripercorre, a cinquant’anni dalla partenza, tutte le tappe di un incredibile viaggio durato due anni che rivive nelle testimonianze della sorella di Giovanni Ajmone-Cat, Rita; e dei membri dell’equipaggio Giovanni Gallia, Salvatore Di Mauro e Franco Zarattini.
A rievocare l’impresa anche lo scrittore Ferruccio Russo, autore del libro sulle memorie di Ajmone-Cat “1969 Rotta per l’Antartide”; il presidente della Sezione Velica della Marina Militare Italiana di La Spezia, Silverio D’Arco; il vicedirettore del Museo dell’Antartide di Trieste, Gianguido Salvi; Giuseppe e Antonino Palomba, rispettivamente fratello e figlio di Mastro Girolamo, il maestro d’ascia che costruì il San Giuseppe Due a Torre del Greco.
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