Un lungo esposto denuncia di Romina Stilo, ex Vice Sindaco ed attuale Consigliere Comunale, che ha scritto alla Procura, alla Corte dei Conti ed al Prefetto, denunciando la grave situazione igienico-sanitaria del territorio. Diversi gli argomenti trattati, dai roghi, alla questione Ge.Ma.-Buttol, alla situazione degli ecopunti, fino al cali della differenziata e del danno erariale.
“A distanza di oltre tre mesi dall’esposto, -scrive la Stilo- con documentazione allegata, che riprendeva lo stato di degrado in cui versava la città di Torre del Greco, presentata dalla sottoscritta il 4 novembre 2018, ancora nulla è cambiato se non evidenti peggioramenti che mettono a rischio la salute dei cittadini con situazioni di stallo che permangono da tempo, con conseguenti danni ambientali e danni d’immagine per la città del Corallo.
L’intero territorio del Comune di Torre del Greco si presenta, ancora oggi, con enormi cumuli di rifiuti, che hanno invaso non solo le isole ecologiche, che si sono trasformate di fatto in vere e proprie discariche a cielo aperto, ma ogni angolo cittadino, sia nelle zone centrali che in quelle periferiche, con notevoli pericoli per l’igiene e la salute pubblica e privata. Continuano a verificarsi quotidianamente fenomeni di abbandono incontrollato, in ben determinate aree del territorio, di rifiuti di tipologia eterogenea (sia urbani che speciali, sia pericolosi che non). La frequenza e la regolarità con cui avvengono tali fenomeni hanno determinato un sostanziale degrado di detti luoghi.”
I roghi. “Tali rifiuti, con una certa frequenza, in quegli stessi luoghi, sono stati dati alle fiamme, con conseguenze non trascurabili sulla vita e sulla salute dei cittadini. A tal proposito basti ricordare a titolo esemplificativo (e di certo non esaustivo) gli incendi appiccati nell’ecopunto “Santa Maria la Bruna” nel giorno di Ferragosto, con conseguente smaltimento irregolare dei rifiuti dopo l’incendio, come si evince dalla denuncia dei carabinieri della Compagnia di Torre del Greco, con il supporto del Noe di Napoli, al presidente del Cda della ditta incaricata del servizio di igiene urbana in città con l’accusa di smaltimento illecito di rifiuti. Altro rogo importante è stato appiccato a novembre scorso presso l’ecopunto di via del Lavoro, quartiere Sant’Antonio, a ridosso di un complesso di palazzine di edilizia popolare e in un’area dove è stato ricavato anche un parco giochi oramai inutilizzato dai bambini della zona. A spegnere il rogo causato da mani ignote sono stati i vigili del fuoco, allertati da chi dalle proprie finestre vedeva levarsi alte le fiamme mentre si era rintanato in casa per evitare di respirare i fumi potenzialmente tossici derivanti dal materiale plastico incendiato insieme alle altre frazioni di una differenziata che in città nell’ultimo anno è precipitata ben al di sotto del 20 per cento. Incendi documentati da foto e da articoli di giornali locali e nazionali, come riportati nelle foto allegate alla presente denuncia. A Natale si avverte un principio di incendio nell’ecopunto di San Gennariello, stracolma di sacchetti e a pochi passi da scuole, abitazioni e la chiesa principale di Sant’Antonio, così come riportato dai giornali locali.
Ed ancora si evidenzia il rogo appiccato il 5 marzo 2019 nella zona Litoranea e il rogo avvenuto in primo vico san Vito il 10 marzo 2019.”
Nessuna misura adottata, isole ecologiche tra odori nauseabondi e topi. “A fronte di tale drammatica situazione, a tutt’oggi, nessuna efficace misura è stata adottata atta a scongiurare l’enorme pericolo per l’igiene e la salute pubblica e privata, nessun controllo.Le isole ecologiche situate sull’intero territorio risultano pressoché sommerse da rifiuti; in particolare ho potuto constatare che, in totale spregio della normativa di tutela ambientale di cui al D. Lgs. n. 152/2006 si riscontra una città ostaggio dei rifiuti e delle microdiscariche abusive che spuntano come funghi in tutti i quartieri, dal centro alla periferia. Le isole ecologiche si presentano al limite del collasso ed olezzi nauseabondi ovunque. E di fatto, tanta spazzatura resta abbandonata tra olezzi, reflui e topi.”
Lo spazzamemto. “E da ultimo, ma non per importanza, lo spazzamento sull’intero territorio non è stato attuato, oramai, da mesi.
A testimonianza di quanto affermo, e a dimostrazione del fatto che le aree interessate sono sempre le stesse e sono facilmente individuabili, allego come parte integrante del presente esposto/denuncia un dossier fotografico, una parte realizzato dalla sottoscritta e la restante parte ottenuto da articoli di giornali e da foto postate sui social dai cittadini torresi.In tal senso si rammenta che l’art. 40 del codice penale stabilisce una precisa responsabilità penale anche in capo a chi ha l’obbligo giuridico di impedire la consumazione di un reato, equiparando la condotta del soggetto che non interviene a quella di chi compie il reato.”
La protesta degli albergatori. “A rafforzare quanto detto, di recente sono insorti albergatori e ristoratori. A farsi promotrice del malessere degli operatori del settore accoglienza è la Presidente di Federalberghi Costa del Vesuvio, Adelaide Palomba, che in un comunicato stampa parla di drammatica situazione legata all’emergenza rifiuti nella città di Torre del Greco che sta assumendo proporzioni sempre meno tollerabili e sempre più preoccupanti. <<Le strade di accesso alla città, alle attività ricettive e soprattutto al più grande attrattore della nostra area non spazzate da mesi, e le montagne di immondizia che si ritrovano spesso davanti ai luoghi simbolo di un territorio strategico come Torre del Greco, non sono certo il migliore biglietto da visita per chi vuole fare del turismo un volano di sviluppo e di crescita.La presenza di cumuli di rifiuti, spesso posizionati davanti agli ingressi delle nostre attività, è un boomerang clamoroso per chi parla di bellezza del territorio e di futuro turistico.>>”
Striscia la Notizia. “Le disastrose condizioni igienico sanitarie in cui versava e ancora oggi versa la nostra Città, erano sotto gli occhi di tutti, e purtroppo anche dei media nazionali. Numerosi sono stati gli articoli dei giornali nazionali ed i servizi di Striscia la Notizia e i vari TG, condizioni perdurate per tanto tempo nell’assoluto immobilismo dell’Amministrazione Comunale in un clima
Calo della differenziata e danno erariale . “Ma la arbitraria gestione rifiuti dell’Amministrazione vigente va stigmatizzata anche sotto ulteriori aspetti. Come già sopra accennato, questa Amministrazione ha permesso una disastrosa caduta delle alte performance di gestione rifiuti che si identificavano con la precedente Amministrazione. Consultando il rapporto ambientale dell’ente sul MYSIR, l’IPAC (Indice di prestazione ambientale del Comune) per l’anno 2016 era pari al 57,18 (con 47,40 di valore per la Raccolta Differenziata), rovinosamente calato nel 2018 al 18,90 (con 27% di valore RD).
Ed ancora, per quanto riguarda l’anno in corso, il comune non ha fornito i dati ufficiali di gestione; l’Amministrazione ha disatteso gli obblighi scaturenti da disposizioni delle Autorità competenti nella gestione integrata del ciclo dei rifiuti a mente dei quali l’Ente avrebbe dovuto condividere i dati relativi alla raccolta differenziata in modalità “open data” sul sito istituzionale e sui siti specializzati in tema ambientale.
Dunque, il virtuosismo a cui si era giunti nell’attività di gestione dei rifiuti è stata totalmente vanificata dalla condotta omissiva di cui oggi si discute.
Le ordinanze sindacali n. 56/2019 e n.67/2019 rappresentano il tentativo (errato) del sindaco di ovviare ad una lunga fase di colpevole stallo.
Non possono sfuggire all’analisi, peraltro, le modifiche non autorizzate al Piano industriale da parte del sindaco.
Orbene, va evidenziato che il sindaco con l’Ordinanza n. 792 del 22 novembre 2018, simulando di apportare delle variazioni ad una precedente ordinanza sindacale n. 651 del 26 giugno 2017, con cui si era limitato ad intervenire sull’attività dei cittadini in relazione agli orari di conferimento in regime di raccolta differenziata dei rifiuti, ha illegittimamente modificato il vigente Piano industriale.
Orbene, appare sin troppo ovvio affermare che l’organo competente in tal senso è il Consiglio comunale e giammai il sindaco ma, ad una attenta lettura della ordinanza n. 792/2018 non può non avvedersi del malcelato intento di modificare il P.I., incidendo sulle determinazioni ivi stabilite e mutando i criteri dedotti in sede di gara, come specificamente individuati nel CSA.
Solo per fare un esempio, l’art. 1 del CSA, rubricato “oggetto della gara”, in espressa applicazione del Piano Industriale dell’Ente, ha previsto l’obbligo di “garantire il servizio di raccolta trasporto e conferimento ed eventuale stoccaggio provvisorio dei rifiuti prodotti secondo il piano industriale anche la domenica senza ulteriori oneri a carico della stazione appaltante”. Ebbene, l’ordinanza sindacale n. 792/2018 ha ridotto i giorni di raccolta dei rifiuti, eliminando la raccolta della domenica, così avvantaggiando l’esecutore del servizio, che in buona sostanza lavora quattro giorni al mese in meno.
Con ripercussioni evidenti sul danno erariale se solo si consideri che, a fronte di un appalto quinquennale di circa 47.000.000,00 (oltre iva al 10%) che comporta una spesa mensile per l’Ente di euro 100.000,00 con indebita elargizione di soldi dei cittadini nella misura sopradetta e grave disservizio per gli stessi, per la riduzione del servizio.”
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