
Giovedì 3 luglio, presso la sala convegni dell’Hotel Poseidon di Torre del Greco, si è tenuta la presentazione del libro di Vito Nocera, “L’imprevisto del Futuro – Breve viaggio tra politica e robot”, edizione Il Quaderno. Con il suo stile narrativo, anche un saggio può avere il sapore di un racconto. Il libro racchiude una ricerca esplorativa sulla società; uno scavo interiore, dove è difficile dare una spiegazione, quindi bisogna partire dal passato per creare le ragionevoli basi per un rilancio della società, il cui futuro appare incerto. Di fatto Vito Nocera nel suo libro non ha la presunzione di dare risposte, ma porre interrogativi e stimoli per una società futura. È un viaggio, quello di Nocera, che passa dalla disgregazione sociale, da ciò che si è perduto, dalle fabbriche, dalle storie, e le lotte per i diritti che lo stesso autore ne è stato puntuale testimone e protagonista politico. Il libro racconta esperienze, luoghi, e analizza gli universi sociali dell’area napoletana e dell’intero Paese. Il cammino inizia dalle vertenze degli operai dell’Alfa di Pomigliano, alle lotte dei disoccupati organizzati, dagli intellettuali napoletani, agli artisti del Beggar’s Theatre, ai volontari dell’Associazione “Figli in famiglia” di San Giovanni a Teduccio, fino all’Isochimica di Avellino e ai ragazzi del Forum giovanile di Torre del Greco che lanciano un serio e interessante dibattito su Internet e democrazia. Quello di Nocera è un serio lavoro d’inchiesta che analizza una realtà che diventa crocevia tra passato e speranza, cogliendo così, sensibilità e sfumature umane.
“Bisogna ricostruire un quadro pubblico del Paese – dice Nocera – scrutare realtà, mettere assieme le disgregazioni sociali e unire una società ormai smarrita”.
Nocera nel suo saggio parla di Napoli ed esamina la mutazione genetica del territorio, sul piano sociale, economico, produttivo, e perfino antropologico. È la storia di Napoli, ma è la storia stessa dell’Italia che si risveglia all’indomani della sconfitta operaia di Mirafiori. Quest’ultimo scritto di Vito Nocera, non è altro che una fase intermedia per continuare a cercare, un intermezzo del suo precedente lavoro che s’intitola, appunto: “Cercare ancora”.
Salvatore Formisano
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