Tredici mesi dopo l’indimenticabile notte di Wembley, è il più giovane dei Campioni d’Europa, Giacomo Raspadori, a regalare con un gran gol all’Italia la vittoria sull’Inghilterra dimostrando che l’eredità di quello storico trionfo non è stata dilapidata. Al ‘Meazza’, davanti a 50.000 spettatori, una Nazionale incerottata e senza alcuni dei suoi uomini chiave, da Spinazzola a Verratti, da Chiesa a Insigne, viene ridisegnata da Mancini in un 3-5-2 che, complici le ottime prove di Bonucci, Acerbi e Toloi, riesce ad arginare senza troppa fatica i vari Kane, Sterling e Foden. Ci pensa poi Raspadori a metà ripresa con un destro a giro alla Insigne a spingere l’Inghilterra nella Lega B di Nations League e a consentire all’Italia di continuare a sperare nelle Finals: vincendo lunedì a Budapest con l’Ungheria, vittoriosa anche in Germania, saremmo primi qualificandoci per il secondo anno consecutivo alla Final Four. Ma il successo sull’Inghilterra serve anche per presentarci da teste di serie al sorteggio del prossimo Europeo.
LA PARTITA. Sono solo nove i reduci della finale di Wembley: Donnarumma, Di Lorenzo, Barella e Jorginho nell’Italia, Walker, Maguire, Rice, Sterling e Kane nelle fila inglesi. Al lungo elenco di assenti (Chiesa, Spinazzola, Verratti, Insigne, Berardi, Pellegrini, Locatelli, Politano, Florenzi e Tonali), si è aggiunta nelle ultime ore la defezione di Ciro Immobile e Mancini decide così di cambiare modulo passando al 3-5-2, con una linea difensiva formata da Bonucci, Acerbi e Toloi. La regia è affidata a Jorginho, Cristante e Barella sono le mezzali e sugli esterni agiscono Di Lorenzo e l’interista Dimarco, mentre in avanti si riforma il tandem made in Sassuolo Scamacca-Raspadori. A due mesi dal Mondiale, Southgate non è in vena di esperimenti e lancia dal primo minuto Saka, preferito a Mount, in un 3-4-3 dove Foden e Sterling compongono il tridente con Harry Kane. In difesa c’è il criticatissimo Maguire, mentre un po’ a sorpresa resta fuori il milanista Tomori.
Gli Azzurri, con il lutto al braccio per le vittime dell’alluvione che ha colpito le Marche, partono forte e al 5’ Scamacca di testa sul lungo traversone di Dimarco saggia i riflessi di Pope. L’Italia attende raccolta nella propria metà campo, lasciando il pallino del gioco agli inglesi e alzando la pressione con i suoi tre difensori. Scamacca, spalle alla porta, ha l’arduo compito di far salire la squadra, che alla mezzora si riaffaccia nell’area avversaria grazie ad una bella ripartenza orchestrata da Cristante e Barella, ma sul cross dell’interista Raspadori fallisce l’aggancio e l’occasione sfuma. La partita è intensa, ma le emozioni sono poche. E Donnarumma e Pope sono più impegnati con i piedi che con le mani. Lo 0-0 rispecchia fedelmente quanto visto nei primi 45 minuti.
Anche nella ripresa l’Italia entra bene in campo ed è Rice al 48’ ad anticipare Cristante sul solito traversone teso di un Dimarco sempre nel vivo del gioco. Dopo un quarto d’ora Mancini richiama Scamacca e Barella per Gnonto e Pobega e al 68’ l’Italia sblocca il risultato con una gran gol di Giacomo Raspadori: il più giovane dei Campioni d’Europa controlla magistralmente un lancio dalla difesa di Bonucci, nasconde il pallone a Walker e con uno splendido destro a giro batte Pope. E’ il quarto gol in Azzurro per il neo attaccante del Napoli, in uno stadio dove già in passato con la maglia del Sassuolo aveva mostrato le sue doti. Southgate inserisce Shaw per Walker e Grealish per un impalpabile Saka, l’Inghilterra va alla ricerca del pareggio e Donnarumma è bravo ad opporsi due volte nell’arco di pochi secondi alla doppia conclusione di Kane. Ma è l’Italia ad andare vicina al raddoppio nel finale: prima Gabbiadini, appena subentrato a Raspadori, calcia addosso a Pope, poi è Dimarco a centrare il palo con un velenoso diagonale mancino. Anche Cristante sfiora il gol calciando alto da ottima posizione, poi nel quinto dei sei minuti di recupero Bellingham di testa non inquadra la porta. Finisce con la festa dei 50.000 del ‘Meazza’, che intonano ‘I Campioni d’Europa siamo noi’. Lunedì sera a Budapest ci sarà in palio un posto nella Final Four. Serve un’altra vittoria, come quella di stasera e come quella dello scorso 7 giugno a Cesena, che resta l’unica sconfitta per l’Ungheria di Marco Rossi in un girone davvero ricco di sorprese.
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