Nessuno come te ha più presenze in azzurro, quali sono le tue sensazioni?
Le sensazioni sono bellissime, a distanza di anni stare ancora qui presente con questo numero di presenze è motivo d’orgoglio. Ho dato la mia vita, ho scelto questa città, c’erano possibilità di cambiare ma sono rimasto qui.
Quali sono i personaggi che meglio ricordi nella tua lunga carriera?
I personaggi che ricordo sono quelli con i quali ho avuto il piacere di condividere belle giornate e anche quelle meno belle. In assoluto è Vinicio, perché è stato colui che ha portato un calcio diverso, il calcio all’olandese, ricordo che la prima notte in ritiro prima di iniziare gli allenamenti ci comunicò che dovevamo giocare all’olandese. Da parte nostra c’era scetticismo ma alla fine ci siamo divertiti e la gente si è divertita. Poi ci sono altri personaggi come Pesaola, Marchesi, Bianchi. Il Petisso era eccezionale, unico per i suoi modi di fare, Marchesi anche lui molto preparato, sapeva di calcio, Bianchi era molto meticoloso non lasciava nulla al caso tra campo e panchina avevamo istaurato un gran rapporto.
Tra le tante partite europee, che ricordi hai di Napoli – Anderlecht?
Ma li è tutto uno scenario perché c’era il Petisso, ricordo che il Mercoledì mattina io leggevo il giornale e lui da dietro borbottava e dopo un po’ mi girai e gli dissi mister lei sta caricando Renzembrik, la gara ce la giochiamo. Arrivò il mio goal della vittoria e immaginate il Petisso.
Raccontaci uno dei tanti ricordi che hai di Diego Armando Maradona
In qualche occasione l’ho detto anche, in una partita ci fu uno scontro e io rimasi a terra, fui portato negli spogliatoi e i medici si raccomandarono con mia moglie di farmi restare sveglio. Stavamo a casa e verso l’1:30 di notte bussarono alla porta, era Diego che mi disse: “pensavi che non venivo a trovarti”, facemmo le 4, avevamo un ottimo rapporto.
Fonte canale youtube SSC Napoli.
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