1. L’EUROGOL E LE LACRIME DI DIMITRI PAYET
Partita d’esordio, Francia-Romania, risultato inchiodato sull’1-1, solo una magia poteva sbloccare la partita e la magia la fa Dimitri Payet che a un minuto dalla fine, con un magico sinistro da fuori area che fulmina il portiere rumeno e fa esplodere lo “Stade de France”. Tutti esultano ma Payet piange, e piangerà ancora di più pochi minuti dopo quanto uscirà tra la standing-ovation Sono lacrime di gioia, lacrime di un giocatore che fino a 10 anni fa, arrotondava il suo stipendio facendo il commesso. A 29 anni, ora Payet è una stella brillante e riconosciuta da tutti anche se la sua carriera ha fatto il salto di qualità solo a partire dal 2014, quando al Marsiglia è arrivato sulla panchina il loco Bielsa. Ed è stato proprio il loco a mettere in riga Dimitri che, fino a quel momento, aveva fatto vedere solo lampi del suo immenso talento (di fatto solo la sua ultima stagione al Lille con Garcia in panchina è stata positiva), contrastati però da comportamenti dentro e soprattutto fuori dal campo, non sempre esemplari. Il loco lo plasma, gli fa fare il salto di qualità tanto atteso e Payet diventa la superstar, insieme a Gignac, di quel Marsiglia che sfiora il titolo. Per Dimitri poi arriva la chiamata del West Ham, squadra inglese che ha voglia di rilanciarsi ed è guidata da un grande maestro come Bilic, insomma il team perfetto per lui nel quale consacrarsi definitivamente. E’ cosi succede: Payet, oltre che segnare nove gol in trenta presenze, incanta il pubblico inglese con giocate sopraffine, mostrando tutta la sua immensa classe. Le sue prestazioni arrivano anche sotto gli occhi del CT Deschamps che non può non convocarlo per questi europei dove, come detto, Dimitri lascia subito il segno.
Tornando a quelle lacrime, beh, sono le lacrime di un giocatore che è esploso forse troppo tardi, visto il talento e la classe sopraffina di cui madre natura lo ha dotato, ma che non si è mai arreso, e che finalmente, dopo quel magnifico gol, ha finalmente capito di essere arrivato in cima a quella montagna che, fino a dieci anni fa, sembrava impossibile da scalare. Chapeau monsieur Payet!
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube
RSS