Può un classe 2000 essere già un habitué di Coverciano? Sì, se ha il talento cristallino di Giacomo Raspadori, uno che è abituato a bruciare le tappe e che a ventidue anni ha messo già in bacheca un titolo Europeo. Tredici presenze e tre reti in Nazionale, convocato a sorpresa da Mancini per EURO 2020, il piccolo Jack è diventato grande, come testimoniano i 35 milioni di euro investiti in estate dal Napoli per portarlo alla corte di Luciano Spalletti: “Ai giovani – le sue parole in conferenza stampa – consiglio di non mettersi limiti e di credere nei propri sogni”.
E a proposito di sogni: “Il sogno di ogni bambino è arrivare a giocare il Mondiale, sarà difficile non esserci. Dobbiamo ripartire e il modo migliore per ritrovare entusiasmo è divertirsi in campo. Lavorare è l’unica strada che conosco per fare di nuovo qualcosa di grande”. Intanto il primo obiettivo è battere Inghilterra e Ungheria, cercando di raggiungere per il secondo anno consecutivo la Final Four di Nations League: “Non c’è preoccupazione, ma voglia di fare bene. Sono due gare importanti che arrivano in un momento in cui ci sono tante partite. Dobbiamo arrivarci al meglio, soprattutto dal punto di vista fisico, e fare due buone prestazioni”.
Il match con l’Inghilterra evoca il dolce ricordo del trionfo di Wembley, un Europeo indimenticabile che Raspadori non pensava di poter vivere da protagonista: “È stata una grandissima opportunità. Ho avuto la fortuna di entrare in un gruppo speciale, dove mi sono sentito da subito parte integrante. E nel mio piccolo penso di aver fatto qualcosa di importante”. La duttilità è una delle migliori qualità di Raspadori e Mancini anche ieri ha sottolineato di poterlo impiegare in più ruoli. Ma qual è la sua posizione preferita in campo?: “Mi esprimo al meglio nella zona centrale – spiega – in questo modo posso stare più vicino alla porta. Sono più attaccante che rifinitore e posso fare anche l’esterno sia di sinistra che di destra. Avere un altro attaccante al mio fianco forse è meglio”.
Dopo il successo nel posticipo con il Milan, è arrivato a Coverciano in compagnia di altri quattro compagni di club (Meret, Di Lorenzo, Zerbin e Politano, quest’ultimo costretto al forfait e già tornato a casa), a riprova dell’ottimo avvio di stagione di un Napoli primo in classifica in campionato e a punteggio pieno nel girone di Champions League. Lui ha già dato un prezioso contributo, sbloccando nel finale la partita con lo Spezia e realizzando con i Rangers il suo primo gol in Champions: “Sono molto contento, cercavo di ambire a qualcosa di più grande per il mio percorso. A Napoli mi sto trovando benissimo, sono entrato in una famiglia con persone per bene e ringrazio mister Spalletti e la società per avermi voluto. Del Napoli porterei in Nazionale il coraggio di rischiare, di giocare in avanti e di essere spensierati nell’affrontare la partita”. E nell’elenco dei ringraziamenti c’è posto anche per il club che lo ha lanciato: “Ho avuto la fortuna di crescere in una società come il Sassuolo, che mi ha dato la possibilità di sbagliare. Poter sbagliare è fondamentale per un giovane e mi ha portato ad avere più sicurezza in me stesso”.
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