Sono passati più di cinque anni da quel novembre del 2012, quando Jorge Luiz Frello Filho, per tutti Jorginho, indossò per la prima volta la maglia azzurra. Fu Devis Mangia a convocarlo in Under 21 per un’amichevole con la Spagna a Siena, in quello che fu un prologo della finale dell’Europeo vinta sette mesi più tardi a Gerusalemme dalla Rojita. L’esordio con la Nazionale maggiore risale al marzo 2016, di fronte sempre la Spagna, ma delle tre presenze in azzurro è l’ultima la più amara: lo scorso 13 novembre il centrocampista del Napoli è infatti partito titolare nella gara di ritorno del play off Mondiale con la Svezia, una serata maledetta chiusa tra le lacrime di San Siro.
Nonostante la mancata qualificazione a Russia 2018, Jorginho non ha rimpianti nell’aver deciso di giocare per l’Italia: “Ho sempre voluto la nazionale italiana – ribadisce in conferenza stampa – questo Paese mi ha dato la possibilità di diventare un calciatore e sono molto orgoglioso della scelta che ho fatto. Credevamo molto nel Mondiale, abbiamo dato tutto, abbiamo avuto le occasioni per segnare, ma non siamo riusciti a concretizzarle. C’era tanto entusiasmo, purtroppo non abbiamo sfruttato l’opportunità. Adesso dobbiamo guardare al futuro”.
E il futuro risponde ai nomi di Argentina e Inghilterra, due test contro due nazionali di assoluto valore che costituiscono un prezioso banco di prova: “Dobbiamo credere nel nuovo progetto e nelle idee del mister. Dobbiamo essere uniti per ripartire, non è facile, ma dobbiamo farlo. L’amichevole con l’Argentina è molto importante perché quando giochi contro nazionali di questo calibro hai la grande opportunità di vedere a che livello sei, dove devi crescere e migliorare. Dobbiamo essere positivi e credere molto in quello che stiamo facendo in questi giorni. Dobbiamo giocare il nostro calcio e far male quando avremo l’occasione”.
Lunedì in conferenza stampa Di Biagio ha ribadito che la coesistenza con Verratti è possibile: “Giocare con lui è molto facile, ha grande qualità. In un centrocampo a tre mi trovo bene, i ragazzi sono giocatori di qualità, hanno caratteristiche per giocare un bel calcio. Non avrei problemi anche con il centrocampo a due, anche se mi trovo meglio col centrocampo a tre”.
Pedina fondamentale negli schemi di Maurizio Sarri, a Napoli Jorginho è il play di una squadra il cui gioco è ammirato in tutto il Mondo: “Ognuno di noi deve portare in Nazionale qualcosa del proprio club. Io e Lorenzo Insigne dobbiamo portare il gioco, la palla a terra, sarebbe importante e bello. Dobbiamo avere il coraggio di giocare il nostro calcio, nei novanta minuti ci sono le possibilità di far male all’avversario. Di Biagio dice che dobbiamo divertirci con la palla e credo che abbia ragione”.
Il centrocampista del Napoli mantiene l’umiltà di inizio carriera (“ho sempre voglia di crescere e migliorare. Quando pensi di essere arrivato, di conseguenza scendi”) ed è pronto ad aiutare gli ultimi arrivati nel gruppo azzurro: “Chiesa e Cutrone? Li vedo sereni, il gruppo è giovane. Si stanno sentendo a loro agio, dobbiamo avere fiducia in loro”.
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