“Le altre Nazionali fanno calcoli per non incontrarci? È una cosa che ci inorgoglisce, pensando soprattutto a come eravamo considerati prima dell’inizio del torneo. Ma noi dobbiamo stare concentrati, sereni e pensare a noi stessi. Ancora non abbiamo fatto niente: il nostro obiettivo è arrivare fino in fondo, non era semplicemente superare il girone…”. Lorenzo Insigne, trent’anni appena compiuti, è uno dei giocatori più esperti del gruppo azzurro. Un’esperienza che emerge nelle sue giocate, nella consapevolezza con cui scende in campo e nelle parole utilizzate in conferenza stampa.
“È la prima volta – sottolinea con una punta anche di emozione l’attaccante del Napoli – che disputo una manifestazione di questo livello potendo ricoprire un ruolo così importante. In passato altri Ct hanno adottato moduli con cui si conciliava meno il mio modo di giocare, anche se mi sono sempre messo a disposizione. Adesso Mancini utilizza un sistema di gioco che si adatta maggiormente alle mie caratteristiche”.
Classe ’91, trenta candeline spente lo scorso 4 giugno in occasione dell’amichevole di Bologna contro la Repubblica Ceca, Lorenzo Insigne si gode l’appartenenza a una squadra la cui “forza è il gruppo”, compagni che sono grandi amici anche fuori dal campo e un team che è un bel mix di esperienza e gioventù: “Se i giovani stanno vivendo una favola, è anche vero che ci danno grande entusiasmo. Loro magari guardano a noi per carpire qualche segreto, ma anche noi guardiamo a loro e alla loro grande qualità.
Il nostro centrocampo? Molti ce lo invidiano: è composto da interpreti che sanno abbinare qualità e intensità. Cerchiamo sempre di esprimere il nostro calcio e non ci vogliamo snaturare, mettendo in difficoltà gli avversari con giocate in velocità”.
Sabato con gli ottavi di finale inizierà la fase a eliminazione diretta, un ‘torneo nel torneo’: “Sappiamo bene che nelle partite da dentro o fuori un semplice episodio può condizionare l’intera gara, ma siamo tranquilli. Anche nella partita inaugurale contro la Turchia, sebbene non fossimo propriamente nella stessa situazione, dovevamo per forza vincere. E sono stati proprio i giovani a trascinarci con le loro giocate”.
Cornice della sfida contro l’Austria sarà l’affascinante stadio di Wembley, già teatro della finale mondiale del 1966 e della finale europea del 1996: “Penso che segnare in un contesto del genere sia il sogno di tutti. Cercheremo di andare a Londra e di fare una grande prestazione, come abbiamo sempre fatto fino ad ora”.
Fonte Figc.it
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