
Dal campetto dell’oratorio di Rescaldina, comune di circa 15mila abitanti in provincia di Milano, al prato verde dell’Old Trafford, il lungo viaggio con il pallone di Matteo Darmian è un condensato di emozioni racchiuse nel primo e unico gol in Azzurro realizzato nell’ottobre 2015 in Azerbaigian, in una match che regalò alla Nazionale guidata da Antonio Conte la qualificazione ad EURO 2016.
Con Macedonia e Albania in palio c’è l’accesso al play off, una tappa obbligata per continuare la corsa ad un Mondiale che il difensore azzurro, primo in Premier League con il Manchester United, vuole vivere da protagonista: “Dobbiamo concentrarci su queste due partite che ci permetteranno di arrivare agli spareggi – avverte Darmian in conferenza stampa – tutti noi vogliamo andare al Mondiale e faremo di tutto per esserci. Sicuramente ci mancano diversi giocatori importanti, ma abbiamo grandi qualità e sopperiremo a queste assenze nel migliore dei modi”.
Darmian, che con in maglia granata ha collezionato 133 presenze, tornerà a giocare nella città in cui è definitivamente sbocciato come calciatore: “E’ una grande emozione tornare a Torino, qui ho vissuto quattro anni fantastici. La Macedonia è una buona squadra, all’andata stavamo vincendo e controllando la partita, poi abbiamo avuto 20 minuti di black out in cui ci hanno fatto due gol, siamo stati bravi a non disunirci e abbiamo trovato una vittoria importante. Loro venerdì vorranno fare risultato, ma noi stiamo preparando bene la partita e scenderemo in campo per vincere”.
A Manchester divide lo spogliatoio con grandi campioni e non sempre è facile trovare spazio nell’undici titolare: “Ho fatto una scelta e non la rimpiango, come ogni giocatore voglio giocare il più possibile e lavoro durante la settimana per mettere in difficoltà il mister quando deve prendere delle decisioni. Il calcio italiano lo guardo sempre, ci sarà forse l’opportunità di tornare e farò le valutazioni opportune. Se la Premier League è un altro mondo rispetto alla Serie A? No, sono due stili di calcio diversi. La Premier è un campionato più fisico e meno tattico e questo può comportare un gioco più veloce e dinamico”. E le differenze non mancano anche tra Mourinho e Ventura: “Sono due allenatori che curano i dettagli, Ventura forse si concentra di più sull’aspetto tattico e Mourinho su quello gestionale. Sono due grandi tecnici e sono fortunato ad essere allenato da loro”.
Archiviata la sconfitta di settembre con la Spagna (“ma la negatività è stata dipinta soprattutto da fuori, noi all’interno siamo tranquilli”), l’Italia si affiderà ancora una volta a Immobile per proseguire la corsa al Mondiale: “Ciro sta facendo grandi cose, ho giocato con lui un anno, ha grandi qualità e le sta dimostrando tutte. Spero che con i suoi gol possa darci una mano”.
Fonte Figc.it
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