Il crack Deiulemar torna all’attenzione del Governo nazionale, o quanto meno si prova a dare sempre maggior risalto ad una vicenda che troppo spesso non ha ricevuto la giusta attenzione. Ancora una volta il Movimento 5 Stelle, con un interpellanza del 30 gennaio a prima firma di Daniele Pesco, ha chiesto chiarimenti in merito. Stavolta i riflettori sono puntati sui finanziamenti facili che il Monte dei Paschi di Siena, banca sull’orlo del fallimento e salvata con denaro pubblico, ha elargito alla Deiulemar, considerata tra i grandi debitori insolventi della banca. Nell’interpellanza si fa riferimento all’articolo de Il Sole 24 Ore che l’11 gennaio 2017, in merito al crack MPS, scriveva così: «Tra i casi più eclatanti ci sono i finanziamenti concessi alla Deiulemar, compagnia di navigazione di Torre del Greco (in provincia di Napoli) il cui crack ha coinvolto circa 13 mila risparmiatori (di cui 10 mila famiglie del luogo), che avevano investito nella società più di 720 milioni di euro. Tra i finanziatori dell’azienda, da molti definita come la “Parmalat del mare”, c’era proprio il Montepaschi. A quel tempo, prima che il crack si manifestasse con tutta la sua forza, alcuni dei responsabili di Mps Service di Napoli si vantavano per la presenza di Deiulemar nel portafoglio di clienti della banca. ». Poi il riferimento all’insinuazione al passivo del fallimento Deiulemar da parte di MPS: “tra le domande tardive di insinuazione allo stato passivo presentate presso il tribunale di Torre Annunziata, sezione fallimentare, risulta una richiesta pari a 13.325.849,10 euro, mentre il giudice delegato e il Collegio dei curatori hanno accettato solo un importo chirografario complessivo pari a 5.170.431,62 non avendo esibito la MPS la documentazione necessaria alla ricostruzione del credito vantato”. Infine la richiesta di delucidazioni indirizzata al Governo nazionale, già azionista della banca all’epoca del crack Deiulemar: “come intenda procedere il Governo, in qualità di prossimo azionista di maggioranza di MPS, per fare una vera disclosure sui finanziamenti facili erogati dalla stessa banca senese in chissà quanti altri grandi scandali finanziari nazionali; se non intenda nel caso specifico costituirsi parte civile nel processo in corso con la finalità di recuperare il prima possibile i capitali distolti dalla società di fatto e di verificare le eventuali responsabilità degli amministratori di MPS, incapaci di portare i necessari documenti giustificativi per l’insinuazione nello stato passivo nel processo fallimentare a carico di Deiulemar; quali siano le motivazioni per cui il Governo, nonostante fosse già azionista della banca, non sia intervenuto prima sulla vicenda”.
Cronaca
Intreccio Deiulemar – MPS, interpellanza del M5S: “Perché il Governo, azionista della banca, non è intervenuto?”
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