19 ottobre. Una data che, al momento, è scolpita indelebilmente nella mente dei tifosi napoletani. Quel giorno, infatti, gli Azzurri, al cospetto del coriaceo Verona di Juric, ottennero l’ultima vittoria in Serie A. Da allora, compreso il pareggio odierno contro il Milan, sono passate cinque partite. E vedere, in questo lasso di tempo, la casella vittoria annoverare il numero zero, fa male. Fa male, in primis, perché la qualità della rosa a disposizione di Ancelotti è ottima. Fa male perché il calendario di questo periodo era tutt’altro che irresistibile. Fa male perché il bel gioco, un marchio indelebile fino a qualche tempo fa, pare ormai del tutto svanito.
Crisi di gioco e risultati: il Napoli non c’è più
Gli ultimi lampi di calcio gradevole, in tal senso, si sono intravisti nella partita del Via del Mare, quando gli Insigne&C. vinsero in scioltezza al cospetto del Lecce di Liverani. Da allora, al di là delle vittorie colte contro Brescia e Verona, si è visto ben poco. Quasi nulla. Un’agonia che è proseguita anche a San Siro contro una compagine in piena crisi tecnica e morale come il Milan, che dispone di un attaccante, Piatek, che attualmente meriterebbe di giocare in una compagine di media classifica della serie cadetta e, più in generale, pecca di qualità, soprattutto – come nel match contro gli Azzurri – se non può disporre di giocatori tecnici, seppur leziosi, come Calhanoglu e Suso.
Anche il Napoli, ad onor del vero, non poteva schierare due giocatori fondamentali come Milik e Ruiz. Ma la profondità della rosa a disposizione di Ancelotti è decisamente più amplia di quella di Pioli. Vincere, ricalcando quanto fanno quotidianamente gli utenti dei casino gratis, che spesso ottengono delle belle vincitedivertendosi in modo consapevole, era ampiamente alla portata della squadra azzurra. Ma al tirar delle somme, per quanto visto sul rettangolo verde, il pareggio è stato il risultato più giusto. D’altro canto, l’avvio di partita del Napoli è stato decisamente deludente: il Milan, di fatto, è stato padrone del campo nel primo quarto d’ora. Il goal al ventesimo di Lozano, giunto in un momento a dir poco soporifero del match dopo la piccola sfuriata iniziale rossonera, è arrivato in modo del tutto inaspettato, alla prima occasione in cui il Napoli si è affacciato dalle parti di Donnarumma.
Leggermente meglio col 4-3-3, ma resta deludente la prestazione fornita
Gioia, tuttavia, effimera, visto che dopo solo cinque minuti il Milan, con una bella e potente conclusione di Bonaventura, ha riportato immediatamente il risultato in parità. L’ultimo quarto d’ora del primo tempo, poi, è stato di rara bruttezza, per “merito”, se van sa dir, di entrambe le compagini: tantissimi errori tecnici e squadre bloccate dalla paura di trovarsi in svantaggio. L’avvio di ripresa, ad eccezion di una rovesciata spettacolare di Koulabilydopo un minuto, ha riservato ben poche emozioni. Il protagonista, da ambo le parti, è stato uno sterile possesso palla, che è risultato decisamente più funzionale per il Milan, ovvero la squadra con minor qualità fra le contendenti in campo. Al quarto d’ora, però, Insigne, autore di una prova discreta, ha macchiato la propria prestazione gettando all’aria un’ottima opportunità, creata da un vivace Lozano, con un tiro strozzato che si è perso abbondantemente sulla destra di Donnarumma.
Nell’ultima mezz’ora, complice anche l’entrata di Mertens al posto di Callejon e il ritorno al 4-3-3, con Lozano nell’antico ruolo di esterno destro che ricopriva nel PSV, il Napoli è riuscito, specie in ripartenza, a creare qualche grattacapo alla retroguardia locale. Troppo poco, però, per salvare una prestazione che si può definire, per l’ennesima volta in questa stagione, in un unico modo: scialba. Mercoledì, nella splendida cornice di Anfield Road, gli Azzurri si giocheranno molto del proprio futuro in Champions, nonostante resti disponibile, eventualmente, il match-point finale nella gara casalinga contro il Genk. Una partita che giungerà 48 ore dopo il collegio arbitrale, che dovrà dirimere la diatriba fra squadra e società. Le nuvole persistono: il cielo sereno è lungi dall’apparire in quel di Castelvolturno.
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