Con il termine di iGaming si fa riferimento ad un vero e proprio fenomeno, nato e sviluppatosi dapprima nei paesi anglosassoni, che oggi si è impostato come certezza di un settore, quello del web, in cui continua a crescere e a raccogliere consensi. Fino a diventare quel che sostanzialmente è diventato: un settore redditizio ben oltre le più rosee premesse della vigilia, e non tanto e non solo a livello di fatturato, quant’invece da un punto di vista occupazionale, essendo uno dei settori dove il lavoro è in perenne crescita. Oggi come oggi le figure professionali ricercate in questo ambiente sono tante e disparate: si va dagli sviluppatori di siti web ad esperti di marketing e finanza online, fino agli addetti per i servizi di assistenza e supporto clienti.
Va da sé che il settore, in Italia, abbia trovato terreno fertile su cui fiorire, laddove il nostro Paese ha una attrazione decisamente più votata al settore online. Ma premessa necessaria per questa fioritura, è stata l’espansione a livello di investimenti che le aziende, su tutte quelle di gioco d’azzardo, hanno fatto nel tempo. Creando piattaforme di casinò online, per esempio, oggi un punto fisso per oltre tre milioni di utenti. E sfruttando un altro fenomeno, quello delle slot machine online, gratis e a pagamento che siano. Tutta l’utilità e tutte le virtù del settore iGaming si stanno palesando anche in un momento come questo.
Il Coronavirus, che in Italia sembra rallentare la sua portata, ha ridisegnato anche le abitudini di quanti erano soliti recarsi in luoghi fisici per giocare. Ed ha determinato, dall’altro lato, l’esplosione degli accessi online su piattaforme dedicate all’iGaming. Se il gioco fisico ha subito e continuerà a subire danni, quantificabili in decine di miliardi, il gioco online ne esce già rafforzato dopo due settimane di crisi da Covid-19: la quota mercato del settore web è passata già al 13,2% da inizio contagio, con prospettive di crescita superiori al 15% per la seconda metà del 2020 (fonte Gaming Insider).Segno che si fidelizzerà ancora con altri clienti e se ne conquisteranno altri che forse non cambieranno più abitudine.
Nel mondo dell’iGaming italiano i giocatori sono perlopiù uomini, nell’82%, residenti al Sud nel 49% dei casi (nel Nord c’è il restante 30%). La fascia d’età 18-45 è la più importante per il sostegno dell’iGaming, mentre la fascia d’età tra i 25-35 anni contribuisce per il 29% e quella 35-44 per il restante 24%. Va da sé che, con numeri così incoraggianti, in Italia e nel mondo, chiedersi quale sia il futuro dell’iGaming.
L’IGB Affiliate London, a questo proposito, è stata un’ottima occasione per tirare un primo bilancio sullo stato di salute del settore e soprattutto per parlare di un futuro che non è poi così lontano. Ne ha parlato, a questo proposito, Conor Mulheir, conference producer di IGB, secondo il quale la sfida principale starà nel consolidamento della reputazione del settore, che guarda alla costruzione di un futuro quanto più sostenibile. All’insegna della responsabilità per “ridurre al contempo qualsiasi attività che non rispetti la protezione dei consumatori”.
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