Stamattina, per la prima volta dopo un Italia-Germania giocato in una grande competizione internazionale, gli italiani si sono svegliati tristi, svuotati, perdenti. E’ stato un risveglio strano, diverso da tutti quelli avuti dopo una sconfitta.
La storia calcistica dell’Italia è costellata di gioie e dolori ma la sconfitta di ieri sera è stato un qualcosa di diverso. Dopo la vittoria mondiale del 2006, gli azzurri sono usciti praticamente subito da tutte le competizioni giocate, fatta eccezione per Euro 2012 quando Prandelli e i suoi sono arrivati in finale perdendo miseramente per 4-0. In un certo senso quindi, eravamo abituati al peggio ma stavolta è stato tutto diverso.
E’ stato tutto diverso perchè la vittoria dell’Italia contro la Germania era una “certezza” per noi. Alzi la mano chi non ha mai detto: “possiamo giocare contro chiunque e perdere, ma non contro i tedeschi”.
Per le strade, subito dopo il fischio finale, la gente ha iniziato a passeggiare in silenzio. Nessuno aveva la forza o la voglia di parlare, di scherzare, di sdrammatizzare. C’era un silenzio assordante.
E’ vero, parliamo solo di una partita di calcio, ma per noi tifosi, per noi italiani, la sfida contro i tedeschi è, e sarà sempre molto di più.
Italia-Germania sono due mondi opposti che si scontrano. Il preciso e ricco tedesco contro il “fannullone” e furbo italiano, è la forza fisica mista a freddezza mentale contro il cuore azzurro e la forza del gruppo, è il tedesco sempre con i piedi per terra contro il sognatore italiano che insegue e spera in un miracolo in tutto quello che fa.
Ecco, la sconfitta di ieri sera, oltre a toglierci lo sfizio di poter prendere in giro i tedeschi, ci ha riportato tutti sulla Terra e questo ci ha fatto male, molto male.
Stamattina, sempre nel silenzio più totale, ognuno ha tolto mestamente il tricolore che con tanto orgoglio aveva esposto sul terrazzo di casa.
L’Italia si sa, non è un paese unito e patriottico anzi. Si è tutti uniti (purtroppo) solo quando gioca la Nazionale di calcio. Questo perchè noi italiani accettiamo di perdere tutto e in tutto, ma non accettiamo di perdere nel calcio, è più forte di noi. Dobbiamo dimostrare di essere sempre i migliori in questo maledetto e magico gioco, è una questione di orgoglio personale. Quell’orgoglio che ieri sera sentiamo di aver perso dopo quella atroce sconfitta ai calci di rigore. Un orgoglio che abbiamo perso a causa di un errore imbarazzante (che diavolo hai combinato Pellè…).
La cosa paradossale di noi italiani è che, mentre tra qualche giorno i protagonisti di questa sconfitta saranno tutti spaparanzati al sole e in vacanza, noi saremo ancora a rimuginare e provare a spiegare ogni minuto della partita e lo faremo per molto tempo.
Si perchè noi italiani siamo cosi. Siamo un popolo di allenatori, un popolo che vive di calcio e per il calcio. Noi vediamo il calcio come una via di fuga dalla realtà quotidiana e non accettiamo che qualcuno ce la distrugga e con essa distrugga anche i nostri sogni.
Questa via di fuga si ricreerà appena inizierà il campionato di Serie A ma nel frattempo, noi malati di calcio, restiamo tutti in silenzio, tristi e con la voglia di non fare niente perchè per noi, il calcio non sarà mai solamente un gioco.
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