Un altro grande evento targato Dgs Sport&Cultura. Mercoledì 15 giugno il Mito del calcio italiano, Gianni Rivera, è stato il protagonista di un talk show sugli Europei in corso in Francia. Il Golden Boy è stato ospite presso il Centro Commerciale “La Cartiera”, a Pompei, a due passi da Napoli, per presentare il suo libro dal titolo: «Gianni Rivera. Autobiografia di un campione». Bagno di folla per l’abatino, con tantissimi tifosi, appassionati e giornalisti presenti per salutare e/o intervistare il pallone d’oro del 1969. Stimolato dai conduttori Ornella Mancini e Gianluca Gifuni e dai giornalisti Mimmo Malfitano e Gianfranco Lucariello, Rivera ha parlato di tanti argomenti.
Il suo esordio
“Mi è capitato di esordire in Serie A a poco più di 15 anni, l’allenatore ha rischiato perché mi conosceva bene, sapeva del mio carattere freddo, distaccato, non emotivo. Gli è andata bene, è andata bene a me. Questo mi ha fatto particolarmente piacere, ma io avrei giocato a calcio anche nei prati, per strada. Sono stato fortunato nel trasformare la mia passione in professione, lo auguro a tutti. Ho voluto raccontare la mia vita perché tanti non conoscevano diverse cose, hanno provato a scrivere le mie sensazioni, ma ho preferito farlo io, in modo che se qualcuno vorrà conoscere delle cose di me, potrò raccontargliele io stesso”.
Le sue emozioni
“La mia più grande emozione nel calcio è stata quando ho tenuto la conferenza stampa quando mi sono ritirato dal calcio. Avevo capito che era il tempo di dire basta, forse anche in anticipo, ma mi sembrava naturale ma al momento di dirlo mi ha pesato e quasi mi sono pentito”. “Italia-Germania 4-3? Più che la gara più spettacolare della storia direi quella più emozionante, soprattutto nei supplementari”.
Europei e Italia
“È un campionato molto equilibrato, lo abbiamo visto in tutte le gare delle big. L’Italia ha iniziato ottimamente, è stata una sorpresa per tutti, ha giocato con sicurezza, determinazione e tranquillità, ha spaventato il Belgio, forse troppo sicuro di vincere. Ho vito una Nazionale organizzata, fisicamente a posto e che ha offerto cose buone sul piano tecnico. Se la squadra tiene questa condizione, può fare un buon europeo. Immaginavo che Conte andasse via, è un allenatore a cui piace il contatto quotidiano con i calciatori. Per questo agli Europei può fare bene, ha sempre i calciatori con sé. Nel calcio la prima cosa è non prendere gol e Conte è sulla buona strada, bisogna farne sempre uno in più, fallo in contropiede o manovrando e tenendo palla come gli spagnoli, il calcio è sempre lo stesso. Il primo gol lo abbiamo fatto non certo su contropiede, Bonucci ha fatto uno splendido passaggio, per fortuna il difensore belga sentendosi alto e sicuro pensava di prenderla di testa, la troppa sicurezza nuoce”.
Milan e Berlusconi
“Il Milan meglio ai cinesi o meno? Bisogna capire se Berlusconi ha intenzione di investire o meno nel Milan, lavorare sui giovani è comunque fondamentale. Il Milan ha sempre avuto un grande vivaio, adesso è uscito solo l’ottimo Donnarumma al quale dico solo di restare così com’è. I grandi acquisti non si possono fare più in Italia, arrivano prima arabi e russi, per questo meglio puntare sui giovani altrimenti continueremo a puntare sulle seconde e terze scelte dall’estero. La cessione del club? Dobbiamo aspettare che Berlusconi sistemi il cuore, sotto tutti i punti di vista, anche nel morale, ovvero se deve decidere con il cuore o meno il futuro rossonero, deve pensare lui a trovare una soluzione, o passaggio definitivo o continuare con la sua famiglia a cercare di rimettere insieme il club e farlo tornare ai livelli a cui ci aveva abituato. Credo che abbia capito che serve decidere una volta per tutte: o dentro o fuori serve una decisione definitiva. Io di nuovo al Milan? Non credo, ormai avventura finita. Quando ho capito che era difficile dialogare e avere spazio con Berlusconi che ha bisogno del suo spazio e anche quello degli altri, ho capito che dovevo prendere altre strade, ed è arrivata per me la possibilità di candidarmi da deputato”
Federcalcio
“Io presidente della Figc? Quando è stato fatto commissario straordinario Guido Rossi, dopo Calciopoli, avrei potuto essere io commissario, ma quando fecero giunta del Coni per scegliere il commissario, l’area di centro destra voleva che lo facessi io, il centrosinistra invece non mi ha fatto fare il commissario. Questo perché nella politica italiana spesso i tuoi sodali – io ero nel centrosinistra – ti mettono gli ostacoli. Ormai nel centrosinistra succede a tutti di fare queste figure. Renzi non so come abbia fatto a resistere tanto, ma forse perché lui non è proprio di sinistra”
Sul Napoli e su Insigne
“Il Napoli è arrivata vicino a vincere lo scudetto una paio di volte, chissà che non vada meglio prossimamente. Dipende dalla società se riesce a inserire rinforzi e soprattuto a non perdere quei giocatori di grande valore che già ha. Forse bisognerebbe anche fare qualcosa in più sul settore giovanile ma servono anni per raccogliere qualcosa. In ogni caso inizierei a rinforzare la difesa per prendere meno gol. Insigne? Giocatore di qualità, può fare bene all’Europeo anche entrando a gara in corso, aspetti con pazienza il suo turno”.
Bandiere e numeri 10
“Il numero 10 non esiste più con il calcio moderno, è importante che ci sia un giocatore con le caratteristiche del dieci, non è importante che lo indossi. Bandiere scomparse? Beh intanto c’era il vincolo, il giocatore era proprietà della società e non poteva rifiutare trasferimento, oggi i giocatori scelgono dove andare. Il miglior giocatore in serie A? Higuain è uno dei più forti, può lasciare un segno importante, ha bisogno di qualche compagno che lo aiuti. Ma non c’è solo lui. In ogni caso all’estero ci sono i più forti”.
Fonte: www.football-leader.it
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