Venerdì 12 maggio alle Scuderie di Villa Favorita in Ercolano si è inaugurata la mostra dell’artista Emilio Belotti in Un Viaggio da Nord a Sud a cura di Amedeo Gabucci con la presentazione critica di Giovanni Cardone. L’evento è stato organizzato e promosso dall’Associazione Artistico Culturale Arthistorie, con il Patrocinio del Comune di Ercolano. La mostra sarà visitabile fino al 23 maggio 2017.
Come dice Giovanni Cardone: “Un Viaggio Tra Nord a Sud vuole essere un momento fortemente sociale e culturale, non è un caso che un’artista del Nord venga ad esporre al Sud. Questo Sud che produce tanta cultura deve creare un collante con il Nord senza dimenticare la sua identità”.
Emilio Belotti è nato a Castelli Calepio nel 1964, vive ed opera a Seriate (Bergamo). Il suo interesse per la pittura emerge subito, sin dai primi studi liceali dove partecipa a corsi speciali di Iconografia presso il centro Studi Russi di Seriate e poi presso il Centro Arte Musiva di Spilimbergo e l’Accademia di Brera a Milano, sotto la guida di Davide Boriani e Luciano Fabro.
La sua carriera artistica è densa di mostre, premi nazionali ed internazionali svolgendo contemporaneamente la professione di docente di Disegno e Storia dell’Arte negli Istituti Superiori di Bergamo. Molte sue opere sono conservate in musei italiani e stranieri: Pinacoteca d’Arte Contemporanea a Ruffano, Museo d’Arte Contemporanea ad Alessano, Museo Mariano a Comacchio, Shariah Art Museum negli Emirati Arabi Uniti, Museum of the Royal House of Portugal. Nel 1997 riceve dalla Comunità Europea, con il Patrocinio dell’Enit, il Premio Europeo per la Pittura al Casinò Municipale di Venezia.
Il Metaformismo (dal greco e significa letteralmente “cambiamento di forma, ndr) lo coglie in quella totale libertà d’azione nei confronti della visione classica, concettualmente rifiltrata attraverso un’analisi spazio-prospettica di puri valori pittorici.
“La mostra si compone di opere realizzate nel 2010 – dichiara l’autore – che hanno come titolo Controversus perché il lavoro tende a ribaltare le immagini che all’inizio costruisco e su quelle poi lavoro per arrivare ad una definizione che ho in mente. Altre tre lavori sono invece stati realizzati appositamente per questa mostra”.
Pasquale d’Orsi
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