L’Esercito Silenzioso- di Carmine De Pascale (Consigliere Regionale e Presidente Comitato dei Volontari di Protezione Civile della Regione Campania).
In questo momento drammatico che il nostro Paese sta vivendo a causa dell’emergenza per la pandemia del coronavirus, si parla tanto dell’apporto prezioso e spesso indispensabile del volontariato protagonista di interventi ed azioni operative per far fronte alle elementari necessità quotidiane. A bisogni primari che, ahimè, nel nostro paese, coinvolgono ogni giorno che passa, sempre più cittadini. Sono i cosiddetti “nuovi poveri”, masse sempre più vaste di cittadini, lavoratori e famiglie attualmente senza alcun reddito. Ne è triste ed amara testimonianza la fila fuori le mense organizzate dalle associazioni di volontariato. Sono cittadini che fino a ieri vivevano di un loro dignitoso lavoro sottopagato e a nero e che improvvisamente per questa crisi non sanno come più come fare per mettere un piatto a tavola.
Appena scoppiata quest’emergenza è stato proprio l’intervento operoso e silenzioso del volontariato, ancor prima che quello delle istituzioni, a fornire tempestive risposte fattuali e utili che ha contenuto i primi gravissimi danni sociali ed economici generati da questa apocalisse. Sono state le associazioni di volontariato che hanno fatto arrivare generi alimentari di prima necessità sulle soglie delle abitazioni di chi ha, talvolta, troppa dignità anche per chiedere.
Anche il volontariato della Protezione Civile della Regione Campania non è rimasto inerte! I suoi volontari – di cui mi onoro di essere il presidente del Comitato Regionale – hanno attivato i Centri Operativi Comunali i quali, in collegamento costante con la sala operativa regionale, stanno operando sui loro rispettivi territori di competenza nella loro funzione di assistenza e aiuto alle comunità locali.
E qui mi riferisco a tutte le associazioni di volontariato: ambientali, animaliste, di promozione sociale, generiche.
Ebbene, nel copioso, a volte disordinato, commentario di questi frenetici giorni, non si è avuta traccia di questo ‘sforzo’, non è stata colta l’importanza di questo movimento di azione solidale, un vero e proprio “esercito silenzioso”, silenzioso perché opera senza apparire e in prima linea con tutti i rischi del caso!
L’azione dei volontariati è quella di agire nell’ombra, spinti solo dal bisogno di testimoniare la solidarietà, avvertita come un vero e proprio imperativo categorico del dovere. Senza chiedere o avere niente in cambio. Soprattutto senza cercare gli onori della cronaca, o pubbliche attestazioni, per sentirsi proclamare eroi o benefattori, ma solo per operare andando incontro a chi si trova in stato di grave bisogno. Di quella che si esprime nei fatti, e non con pubblici ed a volte sterili proclami.
Anche a loro deve pertanto essere tributata la riconoscenza intera del nostro paese, e non solo dalle istituzioni, ma da tutti noi. Essi sono e rappresentano la concreta manifestazione della nostra migliore “cultura nazionale”. Ossia quella dell’l’Italia che si rimbocca le maniche, anche ora per uscire quanto prima e nel migliore dei modi dal tunnel della pandemia. E’ l’Italia dell’essere e del fare e non dell’avere e dell’apparire.
Se il virus ci ha costretto a stare distanti uno dall’altro, quest’esercito silenzioso, operoso ed attivo del volontariato ci ha uniti con la solidarietà, vale a dire con l’umanità che noi italiani, come popolo tra i popoli, ci contraddistingue da sempre.
Usciremo fuori da questa emergenza, sicuramente con qualche cambiamento del nostro stile di vita e saremo presi dalla voglia di ricostruire rapidamente l’economia e i rapporti sociali. In questo vortice di attivismo non possiamo e non dobbiamo però mai dimenticare il contributo di questo nostro “esercito silenzioso”. Anzi, dobbiamo fare in modo che cresca sempre di più, per essere un esempio di educazione e comportamento soprattutto per le giovani generazioni.
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