
Si è tenuto ieri sera presso la Casa del Combattente in Villa Comunale un incontro tra un gruppo di obbligazionisti Deiulemar, attivisti sempre in prima linea per tenere alta l’attenzione sulla vicenda nella speranza di massimizzare il recupero delle somme perse nel crack del colosso armatoriale torrese. Il summit è servito per confrontarsi, per tracciare strategie comuni e per organizzare l’ennesima marcia su Roma in vista del processo d’appello del 13 settembre. Dall’incontro è emersa tutta la rabbia dei risparmiatori truffati dovuta soprattutto alla scarsa vicinanza degli organi del fallimento. “Comitato dei Creditori e Curatela latitano, nessuno ci dà notizie. Non ci sentiamo rappresentati, siamo abbandonati a noi stessi”. E’ questo in estrema sintesi il grido d’allarme lanciato dagli obbligazionisti, costretti sempre a rincorrere fughe di notizie e ad attivarsi autonomamente per conoscere gli sviluppi della vicenda. “Serve manifestare in massa dinanzi al Tribunale di Torre Annunziata”, questa la proposta avanzata per far sentire la propria voce, coinvolgendo quante più persone possibili, ora che si è arrivati ad un punto cruciale di un calvario giudiziario che va avanti da troppo tempo. Poca chiarezza sui procedimenti giudiziari in corso e sulle disponibilità in dotazione delle casse del fallimento, troppa incertezza sui prossimi sviluppi, troppo silenzio da parte di chi dovrebbe informare e fare gli interessi delle tante famiglie che hanno perso i risparmi di una vita.
Altro punto cruciale affrontato nella riunione quello della transazione con gli armatori, proposta poi naufragata ad inizio agosto. “Una presa in giro, tutto fumo. Soltanto un modo per allungare i tempi della giustizia”, hanno tuonato gli obbligazionisti. Chiaro il riferimento alla presunta volontà degli ex armatori di mettere a disposizione una corposa disponibilità finanziaria, con sullo sfondo l’obiettivo di ottenere uno sconto di pena e bloccare i processi in atto. Alla fine è saltato tutto, e i risparmiatori vogliono far leva proprio su questo, sollecitando il curatore della SDF Denotarestefani ad evidenziare in processo la condotta dei falliti, che di fatto hanno preso in giro obbligazionisti e gli stessi giudici. Ad accrescere poi la rabbia dei risparmiatori il fatto che c’è qualcuno che non ha ancora ricevuto il riparto dell’1%, il che va ad aggiungersi alle lungaggini e alle tante inefficienze che la procedura fallimentare si porta con sé.
Insomma si è trattato di un incontro proficuo che ha messo a nudo i punti su cui battere. Ora prossimo obiettivo il processo del 13 settembre, sempre con il coltello tra i denti per far valere le proprie ragioni.
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