
Da tempo gli obbligazionisti del crack Deiulemar aspettano la fissazione della data in cui si discuterà in Cassazione la sentenza d’appello che ha condannato gli ex armatori per il buco da quasi un miliardo di euro che ha messo in ginocchio tante famiglie torresi. Ma in chiusura d’anno alcuni risparmiatori hanno reso noto di essere venuti a conoscenza di un presunto legame di parentela tra alcuni dei falliti e una persona che ricopre un ruolo presso la Suprema Corte di Cassazione. Un fatto che, se dimostrato, risulterebbe estremamente grave, soprattutto se il soggetto in questione è un magistrato chiamato poi a far parte del collegio che dovrà giudicare gli ex armatori. Sulla questione è intervenuta via social l’avvocato Augusta Palomba, membro del comitato dei creditori della Società di Fatto: “In risposta a quanti mi hanno chiesto di esprimere un parere in merito alla notizia diffusa nei giorni scorsi da alcuni obbligazionisti, secondo cui un parente di uno dei bancarottieri torresi sarebbe nell’organico della Corte di Cassazione, ricordo che nel nostro ordinamento esistono gli istituti della astensione e della ricusazione, secondo i quali il Magistrato deve astenersi o può essere ricusato tutte le volte in cui si trova in condizioni di incompatibilità o di mancanza di terzietà, come accade, per esempio, proprio quando abbia legami con una parte coinvolta nel processo, spiega l’avvocato.
Ricordo inoltre che, ad oggi, proprio in Corte di Cassazione, sono state vinte già tre questioni di estrema delicatezza e che, dunque, gli avvocati incaricati dalle Curatele hanno ampiamente dimostrato di saper gestire le cause, anche dianzi alla Suprema Corte.
A noi altri – conclude Augusta Palomba – resta il compito di vigilare e di sollecitare la ricusazione del Magistrato nel caso in cui, se dovesse far parte del Collegio, non dovesse astenersi spontaneamente”.
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