Il caso Deiulemar torna alla ribalta nazionale grazie alle telecamere di Mi Manda Rai Tre, che nella giornata di ieri ha mandato in onda il servizio realizzato a margine del processo penale d’appello. Oltre alle tante testimonianze degli obbligazionisti accorsi in massa a Roma, che hanno perso i risparmi di una vita investendo nel colosso armatoriale torrese, in studio è stato dato spazio all’avvocato Monica Cirillo, membro del Comitato dei Creditori e da sempre in prima linea a tutela degli interessi dei risparmiatori truffati.
L’avvocato ha ricostruito la vicenda Deiulemar e gli ultimi sviluppi:
“E’ il fallimento della quarta società armatoriale del continente europeo, un colosso della navigazione. Si è scoperto che avevano emesso obbligazioni per oltre 800 milioni di euro ed oggi abbiamo un passivo pari a circa 930 milioni di euro. Allo stato attuale agli obbligazionisti è stato corrisposto l’1% delle somme perse, ed ora verrà predisposto un altro riparto tra l’1 e il 2 %. Dal punto di vista civile sono stati dichiarati sei fallimenti e sono in corso cause di risarcimento danni. Molti beni della società sono all’estero custoditi in dei trust, ci sono dei sequestri su beni immobili di una certa importanza. Dal punto di vista penale c’è stata la sentenza di bancarotta fraudolenta ed altri reati anche a carico dei soci di fatto della compagnia, con pene rilevanti visto il buco lasciato dai falliti. Sui conti correnti personali di Michele Iuliano, amministratore della Deiulemar per circa 30 anni, sono transitati tra entrate e uscite in sette anni circa 900 milioni di euro. Alla luce di ciò nell’ultima udienza del processo d’appello sono stati ascoltati i direttori delle banche che avevano rapporti con la Deiulemar, ma la loro testimonianza è stato un susseguirsi di non lo so e non ricordo. Nessuno conosceva Iuliano, nessuno sapeva che operava sul suo conto corrente. E’ inspiegabile che un fiume di soldi non abbia lasciato traccia, che non siano state fatte segnalazioni nell’ambito della normativa antiriciclaggio”.
Dove sono finiti i soldi dei risparmiatori?
“Questo è un mistero che purtroppo non risolveremo, i trust comunque sono stati sequestrati, laddove c’erano beni immobili e conti correnti li abbiamo bloccati. Pochi mesi fa la Procura di Torre Annunziata ha scoperto l’esistenza di un conto corrente riconducibile a un prestanome dei falliti di circa 15 milioni di euro nell’isola caraibica di Santa Lucia, un paradiso fiscale. Se le somme sono state spostate in paradisi fiscali e intestate a prestanomi è difficile se non impossibile trovarle. Ci auguriamo che le cause contro le varie banche, ma anche quelle di risarcimento danni per importi rilevantissimi, possano garantire un corposo ristoro per gli obbligazionisti”.
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