A due mesi dalla prima udienza del processo penale d’appello a Roma, con i giudici che saranno chiamati ad esaminare le pene che in primo grado sono state inflitte agli armatori del crak Deiulemar, emergono le strategie difensive dei legali dei responsabili del buco da 800 milioni della compagnia di navigazione. Curiosa la tesi degli avvocati Vincenzo Siniscalchi e Gennaro Imbò, chiamati a difendere Giovanna Iuliano e Maria Luigia Lembo. Il tutto si basa sul fatto che, nonostante la competenza del processo fosse stata trasferita da Torre Annunziata a Roma, il tribunale oplontino – secondo i legali – abbia continuato a mantenere le redini del processo a distanza. In pratica il Tribunale di Roma avrebbe preso in carico il caso senza fare indagini approfondite, basandosi esclusivamente sulle conclusioni a cui erano pervenuti i pubblici ministeri di Torre Annunziata. Nel ricorso d’appello si fa leva infatti sulla presunta influenza dal tribunale oplontino su quello romano, che avrebbe reso il processo sommario, troppo veloce e privo dei necessari di approfondimenti con pregiudizio per gli imputati. Parte dell’impianto difensivo si basa su una mail spedita il 23 agosto 2012 dal pm di Torre Annunziata Sergio Raimondi al pm romano Paolo D’Ovidio, nella quale sono contenute tutta una serie di informazioni riguardanti soprattutto Giovanna Iuliano, figlia dello storico ex amministratore unico della Deiulemar Michele Iuliano, e Maria Luigia Lembo. Informazioni che secondo i legali delle imputate sarebbero la prova che la procura oplontina continuasse a gestire il processo, andando a ledere le norme poste a garanzia del diritto di difesa. Da qui nasce uno dei pilastri su cui basare la richiesta di ottenere la nullità del giudizio di primo grado.
Di seguito la mail, allegata ai ricorsi d’appello degli armatori, che il pm di Torre Annunziata avrebbe inviato al pm di Roma. La mail non lascia dubbi, in ogni caso, sulla condotta fraudolenta dei Della Gatta e soci.
LA CONFESSIONE DI LEONARDO LEMBO: “Leonardo Lembo ha confermato nell’interrogatorio di garanzia ed in quello investigativo dell’01/08/2012 che Iuliano Giovanna ha preso parte alle riunioni con i Della Gatta durante le quali si è deciso di svuotare la DCN per evitare che sulla “seconda generazione” gravasse il debito enorme derivante dalla raccolta obbligazionaria irregolare.”
ARRESTI DOMICILIARI A CAPRI: “La Iuliano nell’interrogatorio di garanzia ha negato i fatti definendosi una cassa integrata dell’Hotel Poseidon (proprietà DCN) per poi chiedere gli arresti domiciliari a Capri.”
I PROVENTI ILLECITI: “La Iuliano conserva la disponibilità di 11mln di euro nel trust che controlla per suo conto la DS che sono parte dei proventi fatti dalla DS con le imbarcazioni distratte alla DCN. Non ha mai offerto la restituzione di questi proventi illeciti e la loro smobilitazione costituirebbe una protrazione del reato di bancarotta.”
PERICOLO DI FUGA: “Il pericolo di fuga che si desumeva dalla richiesta alla UBS di smobilizzare un trust fund nella prospettiva di cambiare residenza a Dubai è ovviamente ancor più attuale perché è un soggetto che ha grandi disponibilità di denaro ed oggi conosce quali sono le imputazioni gravi che le vengono mosse.”
LA TESTIMONIANZA DELL’ARMATORE DI MAIO: “Importantissima è la sit di Carlo Di Maio del 25/07/2012. Il Di Maio, altro armatore fallito e arrestato a marzo, ha spiegato che le persone di Deiulemar sono assai vicine a coloro che movimentano denaro in maniera occulta percependo una commissione. In pratica se la Iuliano o la Lembo venissero liberate potrebbero avere maggiore facilità di contatti con queste persone (uno di questi è parente degli Iuliano, ovvero tale Palomba Michele) e la possibilità di recuperare il maltolto sarebbe pari a zero.”
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