Un 2016 ricco di novità e colpi di scena per gli obbligazionisti Deiulemar, il colosso armatoriale torrese che ha mandato in fumo 800 milioni di euro frutto dei risparmi di migliaia di famiglie torresi. Riavvolgiamo il nastro, soprattutto della seconda parte del 2016, e ripercorriamo le fasi cruciali della vicenda.
Il riparto dell’1%: l’unico vero riparto che gli obbligazionisti hanno ricevuto fino ad ora. Cifre esigue che hanno generato molte polemiche per i ritardi e per le modalità di erogazione. Nefasta la scelta degli assegni come mezzo per ristorare i creditori. Errori nelle cifre, nelle generalità, sbagli di ogni tipo che hanno tramutato in beffa tale riparto. Uno dei motivi per i quali si sono poi incrinati i rapporti con la vecchia curatela.
Arresto Della Gatta: l’arresto dei fratelli Della Gatta ha fatto rumore nella calda estate torrese. I due vengono tratti in arresto dopo che ulteriori approfondimenti sul crack Deiulemar fanno venire alla luce un operazione immobiliare che gli ex armatori volevano mettere in piedi. L’acquisizione di parte delle quote societarie della Bayres, una società immobiliare del salernitano, per la quale i Della Gatta avrebbero investito fino a 500.000 euro, con parte dei soldi già trasferita all’imprenditore veronese Dante Di Francescantonio, proprietario della società.
Processo Bayres: nelle due udienze del processo vengono fuori i dettagli dell’affare: nella prima udienza l’imprenditore veronese Di Francescantonio cerca di giustificarsi dicendo di non conoscere la provenienza dei soldi che avrebbe percepito dai Della Gatta, ma quando nell’udienza del 14 dicembre i due vuotano il sacco emerge la figura di un soggetto che conosceva benissimo la loro storia e che era addirittura disposto ad aiutarli per superare le loro traversie giudiziarie. Soldi nascosti in cantina e volontà di mettere a disposizione risorse per gli obbligazionisti, per la prima volontà i Della Gatta ci mettono la faccia dichiarando pubblicamente la volontà di voler collaborare per ristorare i creditori.
La Società di Fatto: passaggio cruciale per la vicenda Deiulemar è stata senza dubbio la sentenza della Suprema Corte di Cassazione che ha confermato l’esistenza della società di fatto tra i soci della compagnia di navigazione fallita, ovvero una società risultante da comportamenti concludenti nella quale sono stati fatti confluire indirettamente beni quali proprietà immobiliari, cespiti e altre attività palesemente riconducibili agli armatori. Il tutto al fine di svuotare la società operativa per sottrarre risorse ai creditori. Il fallimento della società di fatto era stato confermato dalla Corte d’Appello di Napoli l’1 agosto del 2014. Da tale sentenza dipendeva fortemente la possibilità per i risparmiatori truffati di aggredire i beni e le attività confluiti nella società di fatto, e direttamente riconducibili alla Deiulemar Compagnia di Navigazione.
Revoca curatela: Dopo tante polemiche sul loro operato sollevate dagli obbligazionisti, come quelle relative all’eccessiva onerosità della gestione della procedura e alla lentezza e agli errori relativi ai riparti, il pool di professionisti, formato dalla dott.ssa Antonella De Luca, dal dr. Vincenzo Masciello e dal prof. Vittorio Costantini, cessa di occuparsi del fallimento Deiulemar. La nuova curatela, composta dall’avv. Alfonso Iovine, dal dott. Vincenzo Di Paolo e dalla dott.ssa Paola Mazza, risulta però ancora oggi con le mani legate, in quanto i curatori revocati hanno presentato ricorso contro il sollevamento dall’incarico, il cui esito è atteso per gli inizi del nuovo anno.
Processo penale d’appello: dopo tanti tira e molla, tra momenti interlocutori e richieste di rinvio, nell’ultima udienza del 23 novembre a Roma è emersa definitivamente la volontà degli armatori, in particolare dei Della Gatta, di voler collaborare. Gli avvocati difensori hanno chiesto una sospensione ed il rinvio del processo dicendo che stanno valutando un’ importante messa a disposizione di soldi. Il procuratore ha chiesto che l’offerta venga fatta entro due mesi. Si attende ora la prossima udienza di febbraio, tra un velo di scetticismo e curiosità verso quella che sarà la proposta di transazione avanzata dai falliti.
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