A pochi giorni dall’udienza del processo penale d’appello del 13 settembre, che vedrà di nuovo alla sbarra gli ex armatori della Deiulemar, gli obbligazionisti truffati sferrano un’altra offensiva: una petizione da presentare al Tribunale di Roma e al Procuratore Generale per ottenere un approfondimento delle indagini sul crack da quasi un miliardo di euro che ha mandato gambe all’aria migliaia di famiglie a Torre del Greco. In particolare la petizione, che ha già raccolto un cospicuo numero di firme in poche ore, verte sulle connivenze tra gli armatori e il mondo finanziario, nonché sull’acclarata corruzione del comandante della Guardia di Finanza di Torre Annunziata Fabrizio Giaccone, condannato in Cassazione per aver ricevuto dai falliti mazzette per 100mila euro con la promessa di “chiudere un occhio” sugli accertamenti in corso sul crack Deiulemar. L’obiettivo dei risparmiatori è proprio quello di richiedere un supplemento di indagine per far luce sui complici delle famiglie Lembo, Iuliano e Della Gatta; che grazie a figure compiacenti legate all’alta finanza e ad organi che dovevano vigilare e andare a fondo (vedi il caso Giaccone) hanno messo in piedi un sistema truffaldino che ha lasciato gli obbligazionisti con un pugno di mosche. Viaggi a Malta, soldi in scatole di cioccolatini, lussi nonostante lo status di falliti, macchina della giustizia rallentata e tanto altro ancora; gli obbligazionisti ora sono stanchi e vogliono che tutto il marcio che si nasconde dietro al crack venga alla luce.
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Deiulemar – Corruzione e intrecci con l’alta finanza dietro al crack: scatta la petizione degli obbligazionisti per approfondire le indagini
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