In un comunicato con il quale si avvisa i propri assistiti della consegna dei plichi contenenti gli assegni relativi al riparto dell’1%, gli avvocati Fabio Panfilo Ciarletta e Augusta Palomba hanno fatto delle precisazioni in merito. I legali hanno inteso evidenziare alcuni aspetti “poiché da più parti si è – invero, molto impropriamente – paragonato tale riparto dell’1% a una sorta di “elemosina”, un “contentino”, qualcosa insomma graziosamente elargito dalla Curatela fallimentare, e molto al disotto delle aspettative dei creditori – recita il comunicato.
“Tale “vulgata” è però del tutto in contraddizione con la realtà dei fatti. Bisogna infatti ricordare ancora una volta – evidentemente – che la “nostra” procedura fallimentare si articola NON IN UN SOLO fallimento, quello della Compagnia di Navigazione (CdN), bensì in DUE FALLIMENTI, quello della CdN e quello della Società di Fatto (SdF). Ed è in questo secondo fallimento – ci tengono a sottolineare gli avvocati – come ormai tutti dovrebbero ben sapere, che è riposto il grosso del capitale a suo tempo investito nella “Deiulemar” dagli obbligazionisti; la CdN, infatti, fu a suo tempo completamente “svuotata” dagli armatori, e ridotta a un guscio vuoto. Pertanto – proseguono i legali – sarebbe del tutto irrealistico pensare di ottenere dal fallimento CdN un ristoro superiore a pochissimi punti percentuali, qualcosa insomma che vada oltre il 2 o il 3% (forse). Di conseguenza, l’1% oggi distribuito rappresenta da circa un terzo a circa la metà di quel che si otterrà in via definitiva.”
Poi alcune precisazioni sulla possibilità del riparto proveniente dalla società di fatto: “Né è possibile al Fallimento della SdF, fino a questo momento, procedere ad alcun ulteriore ristoro, a causa di alcuni ostacoli giuridici minori (che si spera vengano comunque presto superati). E va anche ricordato che l’esistenza stessa della SdF è stata acclarata in via definitiva dalla corte di cassazione soltanto nello scorso mese di giugno, per cui finora non era nemmeno possibile essere certi che alcuna distribuzione di proventi sarebbe mai avvenuta sul versante della SdF. In conclusione, quindi, questo 1% non rappresenta nessuna “elemosina” e nessuna “carità”, ma bensì un ammontare adeguato al momento e alle effettive potenzialità del Fallimento Deiulemar CdN. La quasi totalità del ristoro – va ancora ribadito – è da attendersi esclusivamente dalla Società di Fatto.
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