Nel caldo pomeriggio di Tolosa, l’Italia guidata da Antonio Conte, si è scoperta pragmatica, cinica, senza fronzoli. Si perché, in una brutta e bloccata gara, dove entrambe le squadre si avviavano e forse accontentavano di un mesto e giusto 0-0, ecco il colpo di scena che nessuno si sarebbe aspettato: rimessa laterale di Chiellini, sponda di Zaza, palla che arriva ad Éder che salta un uomo, entra in area e mette il pallone alle spalle di Isaksson con un preciso e potente destro. Nessuno si sarebbe aspettato una simile giocata, soprattutto dall’attaccante che, da quando è passato all’Inter, sembrava essersi smarrito e aver “dimenticato come si segna”.
Un’Italia meno bella di quella vista contro il Belgio ma solida, solidissima e ora anche cinica. La Svezia non ha concretamente mai creato pericoli, nemmeno Zlatan Ibrahimovic ha mai realmente spaventato Buffon. (Report Gara | Le nostre pagelle)
Il CT del Belgio Wilmots, dopo la partita persa, “accusò” gli azzurri di non giocare veramente a calcio. Beh, vedendo la partita di oggi, forse tutti i torti non aveva ma interessa veramente a qualcuno? Noi italiani, siamo forse il popolo più legato al semplice risultato finale che al gioco espresso. Anzi a noi piace vincere cosi, all’ultimo minuto, dopo una partita di sofferenza. Forse perché siamo un popolo che, soprattutto negli ultimi anni, è abituato a soffrire e vincere in questo modo ci da anche la speranza che, quando tutto sembra perso, arriverà la svolta e la giocata che risolverà tutto e ribalterà il tavolo.
Oggi è innegabile che un pizzico di fortuna ha aiutato i nostri azzurri a portare a casa il risultato ma non è forse cosi che si vincono le competizioni? La storia del calcio insegna: per vincere le grandi competizioni (campionati, Champions ecc.), la squadra che alla fine ha alzato al cielo il trofeo, ha sempre avuto un momento nel quale la fortuna/dea bendata l’ha baciata in fronte e le ha regalato l’episodio chiave che ha deciso la partita. Questo pomeriggio è toccato a noi, anche se la traversa di Parolo faceva pensare che, anche stavolta, la fortuna non fosse dalla nostra.
La fortuna aiuta gli audaci. Sul piano del gioco, sicuramente l’Italia oggi non ha brillato ne si è dimostrata audace. Audace invece è stato, il nostro CT. Conte, nel post-partita, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa dicendo che nessuno avrebbe visto questa Italia, dopo due partite, a punteggio pieno e già agli ottavi di finale. Alzi la mano chi avrebbe portato Pavoletti al posto di Éder o Zaza. E, destino vuole, che siano stati proprio questi due ragazzi a regalare la seconda vittoria all’Italia in questo Euro 2016, dando ragione, ancora una volta, a Conte. Un Conte che ha rischiato, sia nelle convocazioni sia nelle formazioni mandate in campo, e per ora non ha vinto, ha stravinto la “battaglia” contro tutti i suoi detrattori.
Queste prime due partite in terra francese, ci hanno mostrato un Italia ancora zoppicante sul piano del gioco (soprattutto in fase di costruzione) e senza evidenti stelle. Ma ci hanno anche fatto vedere che questa squadra ha degli attributi giganti, sa soffrire, e, da oggi, sa anche essere pragmatica e sa vincere anche quando forse non lo merita. Siamo solo all’inizio di questo lungo viaggio, ma ora, forse, possiamo veramente sognare.
E allora forza Azzurri, continuate a regalarci un sogno, anzi una favola come l’ha definita il nostro condottiero Antonio Conte perché, anche se non succede spesso, le favole possono diventare una meravigliosa realtà…
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube
RSS