
Il coronavirus mette a dura prova gli equilibri globali e la posizione dell’uomo sul pianeta terra.
Per anni abbiamo puntato a delle politiche consumistiche dove lo spreco e la ricchezza prevalgono su ogni cosa.
L’essere umano è diventato sempre più insoddisfatto nonostante avesse tutto. Abbiamo preteso sempre di più, abbiamo consumato sempre di più con la presunzione che nulla sarebbe cambiato e che tutto sarebbe rimasto così com’è. Beh, mi dispiace svegliarvi da questo sogno, ma la realtà è tutt’altra che positiva.
Nell’epoca post-moderna con la nascita delle metropoli e megalopoli la concezione della vita e del mondo cambia in modo significativo ed immediato. Basti citare il cosiddetto uomo della metropoli, colui che punta alla libertà assoluta ma allo stesso tempo catturato dal continuo consumo che la stessa gli consegna ogni giorno, con la consapevolezza di essere felice quando invece non fa altro che staccarsi in modo determinante dal mondo che lo circonda per rintanarsi in una routine fatta di catene e obblighi sociali imposti dallo stesso ambiente che egli dice di tanto amare.
Inoltre quest’ultimo non può giungere ad una consapevolezza piena di quanto sta vivendo perché capirebbe di essere entrato in un vortice dal quale non potrà mai più uscire e per questo, decide di autoconvincersi del suo contesto sociale fingendo di apprezzare una quotidianità che lo allontana sempre di più dalla libertà e dalla vita stessa.
Il concetto che ho deciso di sottolineare non è a caso ovviamente, il mio obiettivo attraverso queste poche battute e di sensibilizzare il più possibile il lettore su quanto sta accadendo oggi nel mondo, ovvero, in che direzione si sta evolvendo l’essere umano.
Noi tutti abbiamo l’arroganza di pensare che le catastrofi non succederanno, che gli ambienti non moriranno, che le risorse che ci consegna la terra non finiranno, consumando all’infinito per dar spazio alla nostra volontà di apparire e di risultare migliori agli occhi degli altri. Ebbene, così non è. La realtà nella quale tutti facciamo parte prevede del tempo e una clessidra e degli equilibri da rispettare e da mantenere.
Se non rispettiamo gli ecosistemi e le biodiversità il futuro che ci aspetta sarà sempre più catastrofico, segnato da guerre, epidemie e disperazione.
Ciò che mi porta rabbia e vedere di come il coronavirus, che ha spento per ben due mesi ed oltre l’intero mondo, non ha modificato assolutamente nulla.
Oggi vedo un mondo peggiore del precedente. Nessuno si interessa di nulla e tutti continuano ad inseguire questa perfezione (che non esiste) da mostrare.
Facciamo parte di un epoca storica che molto probabilmente inciderà in modo definitivo il prossimo futuro. Chissà, forse davvero il nostro destino è l’estinzione oppure trasferirci in un nuovo pianeta un giorno, considerazioni e ipotesi che del resto ogni studio, dalla scienza alla sociologia alla filosofia, prende in considerazione.
Non prevedo il futuro e non so cosa accadrà da qui a qualche anno ma ciò che so e che in un modo o nell’altro l’uomo deve cambiare il suo ritmo se vuole ancora avere delle chance in un mondo che sta distruggendo ogni singolo giorno.
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