Sono bastati 5 giorni di indagine per individuare uno dei responsabili dell’omicidio di un migrante avvenuto su una barca a largo delle coste libiche. L’assassino è uno dei due trafficanti libici arrestati oggi dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di finanza di Catania, porto dove la nave, che aveva salvato 394 migranti e trasportato il cadavere del giovane, era attraccata. I due sono accusati di appartenere ad un’organizzazione criminale che, dai porti della Libia, gestisce il traffico dei migranti verso le coste italiane. A bordo di imbarcazioni in vetroresina i due, insieme ad altri componenti della banda, avevano accompagnato sino al limite delle acque territoriali libiche tre natanti carichi di migranti. Raggiunto il limite delle acque libiche i trafficanti erano tornati indietro ad eccezione dei due arrestati che si erano confusi tra i migranti. Uno dei due però faceva parte di un equipaggio da cui, durante il viaggio, erano partiti ordini tassativi a tutti i migranti delle tre barche di togliersi i cappelli; secondo le testimonianze a quel punto dalla barca dove viaggiava un arrestato è partito un colpo di pistola che ha ucciso un ragazzo. L’uomo ucciso era un giovane di 21 anni della Sierra Leone e viaggiava con il fratello. Dopo l’omicidio il corpo è rimasto sul fondo della barca e successivamente è stato recuperato dall’equipaggio della nave della Ong che ha portato in salvo i migranti.
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Catania – Migrante ucciso in mare, preso uno degli assassini
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