“Voglio ringraziare Tania Strino che ci ha concesso l’onore di usare il bandierone di Vincenzo, la Turris è ancora Vincenzo Strino”. Con queste parole la nuova società ha voluto dedicare a Vincenzo Strino la campagna abbonamenti. Un simbolo per la città, una bandiera indimenticata e indimenticabile, un uomo dai valori immensi, una leader dentro e fuori dal campo, una persona che ha rappresentato e rappresenta ancora la Torre del Greco calcistica. Una vita a difendere quei pali del Liguori e a far esultare i suoi tifosi per quelle parate che ancora oggi sono indelebili nella mente di chi ha avuto l’onore di seguirlo. Una vita con la sua Turris, prima da portiere e poi da preparatore di giovani e calciatori con l’intento di proteggere quei pali e presidiare quell’area di rigore che per anni è stata sua. Tredici campionati disputati e 387 presenze, tanti gli atleti che hanno giocato e sono stati allenati da lui, da Marco Fida a Davide Ricci passando per Pietro Tarantino, tutti con un solo pensiero: quello di voler salutare prima di tutto il grande Vincenzo. Ad alcuni mesi dalla sua scomparsa, Vincenzo Strino non è stato mai dimenticato e il suo ricordo è ancora vivo. È di queste ore la notizia che è partita la petizione per intitolargli parte di Viale Ungheria, in segno di rispetto, di stima e di amore verso chi ha dato tanto a Torre del Greco come città e alla Turris come realtà calcistica.
Raggiunta telefonicamente dalla nostra redazione Tania Strino, figlia di Vincenzo, ha raccontato tutto l’amore che suo padre provava per la Turris, oltre alla gioia per l’iniziativa dei tifosi.
Come avrebbe vissuto Vincenzo una Turris che dopo tanti anni punta a vincere il campionato?
Sicuramente sarebbe felice ed emozionato, da anni sperava che potesse accadere una cosa del genere. Pensa che anche l’ultima volta che vide Giugliano lo ringraziò solo per il fatto di essersi interessato alla Turris pur non essendo di Torre del Greco. Ora con una Turris così ai nastri di partenza ne sarebbe orgoglioso, era una cosa che desiderava.
I tifosi si sono fatti promotori di una petizione per intitolare parte di Viale Ungheria a tuo padre. Come accogli questa iniziativa?
Sono fiera di quello che i tifosi stanno facendo, sarebbe un qualcosa di straordinario e anche lui ne sarebbe fiero. Per lui la Turris era sua mamma, quella strada e il campo le sentiva sue, per lui è stata casa sua. Prima di qualsiasi partita e prima di andare in trasferta, anche di mattina presto, doveva vedere il campo.
C’è qualche aneddoto sulla Turris in particolare che tuo padre ti raccontava?
A parte gli aneddoti relativi al campo, potrei raccontarne uno in particolare. Quando ero piccola mi diceva sempre tu lo sai quando sono in campo non ti conosco. Tutto ovviamente in senso buono per farmi capire che per lui la Turris era tutto. Non sono stata la classica bambina attaccata alla rete e sono felice perché rispettavo mio padre e la sua passione per la Turris, che per lui era vita.
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